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Cronaca

FABRIANO DOLCE WEEKEND PER IL CENTRO STORICO, IL CIOCCOLATO NELLA CITTÀ DEL GENTILE

FABRIANO, 6 aprile 2017 – Non solo vetrine.  Sabato 8 e domenica  9 aprile, il Centro Commerciale Naturale propone  un goloso ed insolito evento culturale. Filo d’Arianna: il Cioccolato nella storia della Città Gentile con sabato 8 aprile visite guidate in luoghi inaspettati, assaggi, una esposizione “artigeniale” nel loggiato di San Francesco ed un concorso di disegni con la cioccolato ad opera dei ragazzi del liceo artistico Mannucci. Domenica 9, premiazione e sorprese nei negozi.

L’idea è semplice e non banale: far riscoprire una delle città perno dell’Appennino che unisce le Marche all’Umbria, e le province di Pesaro, di Macerata e di Ancona, promuovendo un evento che lega l’arte, la cultura ed il commercio.

L’esplorazione parte dalla piazza Matteotti, in piccoli gruppi, dalle 16,30 fino alle 19,30. Ogni quarto d’ora, una guida dell’associazione “Fabriano dal Basso” accompagnerà il visitatore per far assaggiare il legame tra la dotta Fabriano e l’invitante e peccaminoso cioccolato.

Una passeggiata bella, intensa, diversa, che narra le vicende del Papa Giulio V, del Governatore Vescovo Brancaccio, dell’antico orfanotrofio e della Porta Pisana; prevede una sosta al “Museo dell’Accademia dei Musici” nel chiostro del complesso di San Benedetto, passa dalla Biblioteca Comunale, sbircia nel “Museo della Bicicletta” e fa tappa alla splendida Farmacia Giuseppucci.

Un’indagine appagante e gratuita per vivere con brio l’intera città. I commercianti, del centro storico calcando le orme dei mecenati del Rinascimento, hanno addirittura coinvolto gli artisti del futuro, i studenti del Liceo Artistico “Edgardo Mannucci” di Fabriano. Per l’occasione realizzeranno su carta ovviamente di Fabriano, disegni dipinti con il cioccolato che si potranno ammirare nei negozi e nelle loro vetrine. La premiazione si svolgerà domenica 9 aprile nella biblioteca multimediale. Mentre sul Loggiato di San Francesco ampi spazi sono stati riservati ad una mostra dove chi espone vive al confine dell’”artigeniale” e del work in progress.

(s. s.)

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