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Cronaca

Jesi “Scampanada de San Fiorà”: la bella festa – Video

In duomo la benedizione di don Claudio Procicchiani alle campanelle portate dai bambini e il suo appello alla pace: «In questo tempo di guerra abbiamo bisogno di parlare di vita e non di morte»

Jesi – Riconoscibile, già da via Cavour, il fragore delle campanelle benedette che ieri 4 maggio, sonanti in tutto il centro storico, hanno vestito a festa la città in occasione della celebrazione del Santo co-patrono, San Floriano.

Nel weekend che apre le porte alla XXVII edizione del Palio di San Floriano, non poteva mancare, tra gli appuntamenti in programma, la storica e amatissina dagli jesini, scampanada de San Fiorà, il corteo di grandi e piccini che ha attraversato le vie della città a suon di tamburini e campanelle.

Alle 17 l’appuntamento dei bambini presso la cattedrale di San Settimio – l’altro patrono cittadino – per la benedizione delle campanelle alla presenza del reliquiario del Santo.

«Che al loro festoso suono tutti possano sperimentare la lieta presenza del tuo spirito e partecipare al trionfo sul male, sull’egoismo, sulla morte», ha affermato il parroco, don Claudio Procicchiani.

«In questo tempo di guerra abbiamo tanto bisogno di parlare di vita e non di morte. Chiediamo allora a San Floriano – ha proseguito il parroco rivolgendosi alle molte famiglie presenti – di risvegliare in noi la gioia di vivere, di farci dono di questo amore di Dio, soprattutto noi adulti, che dobbiamo imparare a crescere nella gentilezza e non alimentare le guerre».

Poi il corteo, guidato dai piccoli tamburini, nel suo festoso passaggio attraverso via Posterma – in zona carcerette – poi, di nuovo, da Piazza Federico II in direzione Piazza Pergolesi, per la tradizionale rievocazione storica.

«La Gola della Rossa chiamò ‘l passo che a dispetto del Diaolo aveva aperto. El Diaolo, fijì, se stizzò perdero e sfidò ‘l santo davanti al monno intero», recita “La fiera delle campanelle“, la poesia in dialetto jesino di Dante Ricci.

San Floriano infatti – così narra la leggenda – sarebbe stato sfidato dal demonio in una gara di velocità dalla Gola della Rossa al Castello di Jesi, vinta dal Santo grazie alle croci disegnate lungo il percorso: un escamotage che rallentò il suo diabolico avversario permettendogli di entrare trionfante in città, accolto dal suono festoso delle campane.

Presenti, in rappresentanza dell’Ente Palio San Floriano, anche Carlos Alberto Owen, narratore della rappresentazione teatrale e il presidente dell’Ente Palio, Emanuel Santoni.

«Una grande gioia vedere il duomo gremito di persone – ha sottolineato -. Ci auguriamo che il meteo sia clemente con noi anche la prossima settimana, c’è un ricco programma di eventi che ci attende».

La serata si è conclusa presso la chiesa di San Nicolò con il concerto di musica celtica delle classi seconde e terze della scuola media Carlo Lorenzini, che hanno eseguito – sotto la guida del Maestro Luciano Merli – alcuni brani di repertorio barocco con flauto dolce, voce e pianoforte.

Oggi, domenica 5 maggio, inoltre, a Palazzo dei Convegni (ore 17), in Corso Matteotti, l’incontro sul tema Le campane e il diavolo, correndo tra Cingoli e Jesi – Una lettura della leggenda di San Floriano. Relatore Luca Pernici, direttore della Biblioteca comunale Ascariana di Cingoli e socio della Deputazione di storia patria per le Marche, introduzione e conclusioni della prof.ssa Francesca Bartolacci, storica del Medioevo, Università degli studi di Macerata.

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