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Cronaca

JESI IMPASSE PD, ENNESIMO RINVIO SUL CANDIDATO SINDACO MA IL REGIONALE INDICA IL 15 MARZO PER LE PRIMARIE: GELO TRA SANTARELLI E MARASCA

Matteo Marasca, capogruppo del Pd

JESI, 11 gennaio 2017 – Un Pd sull’orlo della crisi. Più passano i giorni e più alla Casa del Popolo la frattura si allarga tra chi cerca “sintesi” su un candidato e chi invece vuole le primarie per scegliere l’avversario di Massimo Bacci. Agli “stati generali” democrat di ieri pomeriggio (10 gennaio) il confronto si è concluso con un nulla di fatto.  Insomma, si è di nuovo al punto di partenza dopo aver fatto il giro dell’isolato di via 24 Maggio.

Il segretario cittadino, leggendo la sua relazione  all’Unione Comunale, non si è affatto nascosto dietro quei fogli di carta, criticando senza difficoltà coloro che intendono ricorrere alle primarie. “Non nascondiamo il rischio di una possibile sconfitta al primo turno” ha detto Santarelli, “data anche la scarsa opposizione fatta in questi 4 anni in consiglio comunale”.

Ovviamente i “grandi elettori” (ovvero la maggior parte dei consiglieri comunali, compreso Matteo Marasca) si aspettavano la sortita di Pierluigi Santarelli e prudentemente hanno atteso l’apertura del dibattito per la replica. Ma il dibattito, nelle tre ore di assemblea, non c’è stato.

Unico tra i possibili candidati a sindaco a prendere la parola (erano presenti anche Ero Giuliodori, Nicola Vannoni, Lorenzo Fiordelmondo e lo stesso Marasca) è stato Osvaldo Pirani, che ha ribadito la sua disponibilità alla candidatura, “nonostante la mia situazione professionale richieda un grande sacrificio sotto il loto umano. Ma se sapremo essere uniti sotto un’unica idea progettuale di sviluppo della città, al di là dei singoli personalismi, io ci sono”.

Pierluigi Santarelli segretario cittadino del Partito democratico

Eppure alla vigilia dell’incontro  c’era chi si lanciava in azzardate ipotesi, prima fra tutte quella del ricorso alle primarie qualora davvero si fosse arrivati alla conta. E che l’appuntamento alla Casa del Popolo era quanto mai delicato, l’hanno testimoniato anche la presenza del segretario regionale del Pd, Francesco Comi, il suo vice Luca Fioretti, il segretario provinciale Fabio Badiali, il consigliere regionale Enzo Giuncarli.

Niente dibattito e niente voto. Lasciando il Pd nell’impasse assoluta. D’altra parte per Santarelli andare al voto proponendo la convergenza su un nome avrebbe voluto dire offrire il petto al plotone di esecuzione o passare sotto quelle forche caudine già pronte per le primarie. Già, perché i “senatori” sanno di avere i voti necessari per convocare il popolo del Pd alle primarie ed hanno pure il candidato, ovvero Matteo Marasca. Non sono neppure spaventati dall’ipotesi che il segretario cittadino lasci l’incarico se davvero il partito ricorresse alla consultazione popolare, come lo stesso Santarelli ha più volte paventato.

“Prima o poi la finiranno di fare melina”, è il commento rivolto alla segreteria che serpeggia  tra gli iscritti. Intanto però si cerca ancora una volta di “fare sintesi” che non arriva e che una certa parte degli iscritti non vuole.  Intanto si prende altro tempo. Ma prove di dialogo tra le due componenti non se ne vedono. E così il braccio di ferro continuerà fino al 15 marzo, data ultima per arrivare alle primarie.

(redazione)

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