Jesi Incontro TeamSystem-Sindacati, distanze e problemi restano invariati

Jesi – Fumata nera, anzi nerissima, dal vertice tra Rsu, sindacati e Hr (risorse umane) aziendali della TeamSystem, dopo l’annuncio di chiusura della sede jesina dislocata al centro direzionale ex Banca Marche di Fontedamo, dove lavorano quasi 300 impiegati.

Facendo seguito al partecipato sciopero indetto da Fiom e Uilm lo scorso 19 marzo, era stato convocato un tavolo di trattativa per mercoledì 8 maggio che, però, non ha fatto registrare progressi apprezzabili.

Anzi, le Rsu e i sindacati se ne sono andati abbastanza sconcertati dalle proposte giudicate insoddisfacenti da parte dei delegati dell’Azienda controllata dal fondo americano Hellman&Friedman.

Jesi / Adesione massiccia allo sciopero dei dipendenti TeamSystem

Stando a quanto riferitoci, TeamSystem come contropartita dello spostamento della sede jesina (aperta appena sette anni per inglobarvi le sedi periferiche di Ancona, Fabriano e Senigallia) presso il quartier generale di Pesaro, ha offerto un aumento delle percentuali di smart working, per altro solo alla fetta di lavoratori che aveva aderito al programma interno denominato Light friday e che risiedono a oltre 80 km dalla nuova sede lavorativa.

L’auspicata creazione di un ufficio di coworking a Jesi, da aggiungere a quelli promessi ad Ancona e Fabriano, non è stata inclusa tra le concessioni che l’Azienda sarebbe disposta a fare. Una doccia gelata, quest’ultima, per i dipendenti jesini e della bassa Vallesina, tanto più dopo la disponibilità offerta dal Sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo di trovare sedi che potessero ospitare l’ufficio d’appoggio in città.

Unico brodino accordato ai dipendenti TeamSystem di Jesi sarebbe quello di considerare la città (distante circa 75 km da Pesaro) tra quelle oltre gli 80 km, che quindi potrebbero usufruire dell’aumento delle ore da poter lavorare da casa. Ma sempre limitatamente agli aderenti al Light friday. Nel dettaglio, la percentuale di smart working per chi aveva già l’80% verrebbe innalzata al 90, mentre per chi aveva il 60% aumenterebbe fino all’80.

Rimarrebbero fuori tutti i lavoratori che, ad esempio, risiedono a Falconara (poco più di 60 km) e Ancona città (circa 70 km). Chi invece non ha aderito al protocollo Light friday è risulterebbe tagliato fuori e, a prescindere dalla provenienza, sarebbe obbligato a recarsi in sede a Pesaro almeno per 4 dei 5 giorni lavorativi settimanali.

TeamSystem avrebbe anche riferito ai delegati dei lavoratori di stare verificando la possibilità di offrire soluzioni di trasporto collettivo per agevolare gli spostamenti di chi viene da lontano, prospettiva che Fiom-Cgil, Uilm e delegati Rsu hanno etichettato come nebulosa, ritenendola ancora poco precisa e lontana dal potersi concretizzare.

Malumore anche per il fatto che i manager delle risorse umane di TeamSystem abbiano inserito l’adeguamento dei buoni pasto nella lista delle proposte avanzate.

Chi rappresenta i lavoratori ha giudicato la cosa «fuori dalla trattativa in questione e rientrante in un’altra a livello nazionale», già avviata e quindi non inseribile tra i benefit per lenire i disagi riguardanti la chiusura della sede di Fontedamo.

Dunque Rsu, Fiom e Uilm puntano i piedi e, dopo aver abbandonato il tavolo senza nascondere il loro disappunto per proposte catalogate come «assolutamente insoddisfacenti», restano fermi sulle loro richieste. In particolare si cerca di ottenere la fissazione di più ampie soglie chilometriche, l’inclusione anche dei non aderenti al Light friday alle agevolazioni, ausili economici per chi dovrà spostarsi e, chiaramente, l’aggiunta dello spazio di coworking a Jesi.

Entro una decina di giorni dovrebbe esserci un secondo incontro, che i lavoratori sperano veda una maggiore apertura alle loro istanze da parte dell’Azienda.