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Chiaravalle Il caso della dipendente comunale aggressiva e violenta

«La questione è tanto più grave perché, sospendendola e accertando le sue precise responsabilità, in Comune non hanno mosso un dito e fingono di ignorare una situazione non più sostenibile», afferma il coordinatore di FdI, Alessandro Esposito

Chiaravalle – Esplode il caso della dipendente comunale accusata da alcune forze politiche e da diversi cittadini di condotte violente, aggressive e penalmente perseguibili.

La dipendente, che abita in una casa popolare messale a disposizione dall’Amministrazione comunale nello storico quartiere delle Capanne, recentemente avrebbe aggredito, senza motivo, un adolescente all’interno del suo garage nel centro storico di Chiaravalle. L’episodio è venuto alla luce dopo un esposto di Fratelli d’Italia.

«La dipendente comunale – dice Alessandro Esposito, coordinatore locale di FdI – ha dapprima cosparso di sostanza acida corrosiva, contenuta in una bottiglia, la porta di legno del garage del ragazzo, mentre lui si trovava all’interno, per poi chiuderla con lui dentro. Il ragazzo, impaurito dal fatto che la donna volesse dare fuoco alla sostanza che stava versando, ha d’impulso aperto la porta e nel mentre si dava alla fuga veniva raggiunto al viso dal liquido che la donna volutamente gli lanciava contro. Il giovane ha accusato forti bruciori al volto e solo per una fortunosa fatalità non sono stati colpiti gli occhi e vie respiratorie. In seguito, terrorizzato si è barricato in casa ed è riuscito tramite il 112 a farsi soccorrere dai Carabinieri e da un’ambulanza».

L’episodio è sfociato in una denuncia per lesioni volontarie aggravate.

«La cosa più incredibile – dice il coordinatore locale di FdI – è che la donna è già nota per essere stata protagonista di episodi di violenza e aggressione, per motivi futili, anche verso familiari e è una dipendente comunale che abita in una casa comunale ad uso gratuito».

Lei alcuni mesi fa si era resa protagonista di un altro fatto molto grave per la quale era stata sporta querela. Aveva insultato e denigrato sui social un consigliere comunale di minoranza con epiteti e insulti molto pesanti.

«La questione è tanto più grave perché la sindaca Cristina Amicucci, il presidente del consiglio comunale Stefano Fanfani, l’assessore Lorenzo Gobbi, l’assessore ai servizi sociali e l’amministrazione nel suo complesso conoscono bene la situazione e invece che intervenire con provvedimenti adeguati, sospendendo la dipendente e accertando le sue precise responsabilità non hanno mosso un dito e fingono di ignorare una situazione non più sostenibile».

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