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Cronaca

Jesi Carmelitane e chiesa di San Marco celebrano i 75 anni insieme

La storia e la cura del monumento religioso ad opera della monache di clausura, presenti il vescovo e il sindaco all’evento di domani, intanto superati i 16mila euro nella raccolta fondi per il progetto di restauro

Jesi – Sarà un evento per commemorare il prezioso lavoro di cura e custodia che le monache Carmelitane di clausura hanno rivolto negli anni allo splendido monumento religioso che è la chiesa di San Marco.

Si terrà domani, sabato 25 maggio, alle 17.30, l’iniziativa “75 anni insieme. Le carmelitane e la chiesa di San Marco” alla presenza del vescovo Gerardo Rocconi e del sindaco Lorenzo Fiordelmondo, all’interno della chiesa.

Il bene architettonico in questi mesi ha ospitato numerose iniziative di carattere culturale e artistico per promuovere la raccolta fondi promossa dal Comune di Jesi – su proposta del prof. Vittorio Massaccesi – e avviata lo scorso marzo, finalizzata a realizzare la progettazione del restauro dell’edificio.

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Progetto del valore di circa 20mila euro che servirà per individuare con precisione gli interventi necessari, le tappe dei lavori – a partire dai più urgenti – e i relativi costi, per preventivare la cifra dell’investimento che richiederà l’opera e permettere al Comune di attivarsi nel reperimento dei finanziamenti. Attualmente la raccolta ha raggiunto la quota di 16.565,50 euro.

L’appuntamento di domani, presso la chiesa, è aperto a tutta la cittadinanza e saranno presenti le 7 monache che vivono oggi nel monastero adiacente, il Villino Grizi, che nell’82 fu acquistato e ristrutturato, adattandolo con opportune modifiche per renderlo sede definitiva del convento di clausura.

L’evento sarà l’occasione per ricordare e rinsaldare il ruolo di questo ordine religioso nella custodia della chiesa e la presenza di vita spirituale nella nostra città, con l’intervento affidato alla storica Maria Cristina Zannotti.

La chiesa di San Marco, capolavoro architettonico del XII secolo, ha vissuto alterne fortune nel corso dei secoli e, in alcuni periodi, è stata lasciata in totale abbandono.

All’interno della chiesa si trovano affreschi trecenteschi, superstiti del ciclo pittorico che originariamente la decorava, a cui hanno lavorato artisti importanti dell’epoca, tra i quali Giuliano da Rimini, le cui opere si ispirano alla scuola giottesca, ma i restauri più importanti si ebbero con l’intervento di Angelo Angelucci nel 1854.

Trasformata addirittura da giacobini e napoleonici prima in armeria e successivamente in stalla, a metà ‘800 Papa Mastai Ferretti, Pio IX, insieme al cardinale vescovo di Jesi, Cosimo Corsi, decise di mettere a restauro il monumento.

Più o meno nello stesso periodo (era il 15 ottobre del 1882) le monache carmelitane – già presenti a Jesi da due secoli – riuscirono ad acquistare il Villino Grizi, rendendolo appunto la loro sede definitiva.

Il 25 aprile del 1946, per interessamento del vescovo Carlo Falcinelli, le religiose ebbero libero accesso alla chiesa di San Marco, grazie a un passaggio realizzato a fatica nello spessore della muratura al lato sud, acquisendo definitivamente la responsabilità del monumento di cui ancora oggi si prendono amorevole cura.

E domani si rivivrà l’emozione provata dalle suore all’apertura di quel passaggio fra il monastero e la chiesa, così come ce l’hanno trasmessa le cronache del tempo e come ce la riproporranno le parole di Mugia Bellagamba.

Nell’occasione sarà presentata al pubblico la formella realizzata dallo scultore Massimo Ippoliti che ricorderà proprio la data in cui le monache presero in custodia la chiesa e che, dopo essere benedetta, sarà apposta nell’altare.

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