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Cronaca

Jesi Chiesa di San Marco tesoro da salvaguardare, l’appello alla città

«Rompiamo il silenzio», presentati lo stato e le criticità del bene architettonico da cui è partita la proposta di crowdfunding civico del Comune, servono 20mila euro per la prima fase

Jesi – Uno dei più bei monumenti di architettura religiosa della città e la necessità di effettuare importanti lavori di manutenzione e restauro per tutelarne la struttura e le opere d’arte presenti al suo interno.

La chiesa di San Marco e le sue condizioni strutturali sono stati oggetto del convegno Una mano al nostro bel San Marco“, organizzato dal settimanale diocesiano Voce della Vallesina.

Aperto alla cittadinanza, all’incontro hanno partecipato l’Amministrazione comunale, con il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, l’assessora ai lavori pubblici Valeria Melappioni e l’assessora alla partecipazione Loretta Fabrizi, i dirigenti Barbara Calcagni e Mauro Torelli, il vescovo mons. Gerardo Rocconi, la dottoressa Laura Barbacci esperta di beni architettonici diocesani, i rappresentanti delle associazioni Italia Nostra e Archeo Club.

Al centro del convegno la raccolta fondi proposta dal Comune di Jesi, stabilita con delibera comunale, finalizzata ad avviare la stesura di un progetto completo di restauro architettonico e strutturale della chiesa, le cui ultime manutenzioni risalgono al Giubileo del 2000, una struttura che da sempre presenta problemi statici e di infiltrazioni d’acqua e che ora richiede un’importante manutenzione.

«Chiediamo alla città di farsi coinvolgere in questo crowdfunding civico che ci permetterebbe di avviare il percorso di progettazione del restauro completo della chiesa – ha spiegato l’assessora -. La realizzazione del progetto, almeno di una sua prima fase, sarebbe fondamentale per capire che genere di investimento richiede l’opera e cercare quindi i finanziamenti adeguati, prevedendo la partecipazione a bandi e anche il coinvolgimento del Comune di Jesi nell’operazione».

La chiesa di San Marco, infatti, come molte altre chiese della città, è di proprietà comunale dal 1861. Fondazione benedettina che risale al 1.100, fu edificata in stile romanico con il convento e il campanile che poi sono stati abbattuti, come ha spiegato nel suo intervento la dottoressa Laura Barbacci. Il passaggio dai benedettini ai francescani ne ha determinato il restauro in stile gotico, con l’ampia affrescatura e gli impianti decorativi più sfarzosi.

Al suo interno si trovano affreschi trecenteschi, superstiti del ciclo pittorico che originariamente decorava la chiesa, a cui hanno lavorato artisti importanti dell’epoca, tra i quali Giuliano da Rimini, le cui opere si ispirano alla scuola giottesca, ma i restauri più importanti si ebbero con l’intervento di Angelo Angelucci nel 1854.

Tra le opere presenti troviamo la Crocifissione, l’Annunciazione, il Crocifisso con ai lati la Vergine e San Giovannino, la traslazione della Santa Casa, la Dormitio Virginis.

Un vero gioiello del panorama architettonico della città che va salvaguardato «perché le sue condizioni non sono di emergenza, quindi è possibile lavorare per tempo al progetto, rompere il silenzio e dare nuovo splendore alla struttura», ha sottolineato Valeria Melappioni.

Negli anni i problemi legati alle infiltrazioni al tetto e all’umidità in risalita, dovuta alla presenza della fonte di San Marco che scorre proprio sotto la chiesa, sono stati risolti solo parzialmente e hanno lasciato segni importanti alla struttura a cui si sono aggiunti i danneggiamenti degli archi, dovuti al terremoto, ha evidenziato la dirigente comunale Barbara Calcagni.

«Il progetto di fattibilità tecnico economica si svilupperebbe in varie fasi. A partire dai rilievi sull’edificio e agli approfondimenti diagnostici sulla condizione strutturale, per poi procedere a una analisi delle problematiche e delle priorità da risolvere, all’elaborazione del progetto di restauro, alla stima dei costi e alla stesura di un cronoprogramma degli interventi».

L’elaborazione del progetto permetterebbe, quindi, di condividere gli obiettivi con la Soprintendenza e di inserirlo nella programmazione triennale dei lavori pubblici comunali, oltre che a ricercare bandi ad hoc.

La raccolta fondi promossa dal Comune permette di dare l’avvio alla progettazione, almeno per la fase iniziale che prevede un costo compreso tra i 15 e i 20mila euro, ha spiegato il dirigente Mauro Torelli che ha indicato come si svolgerà il crowdfounding, aperto alle donazioni della cittadinanza tramite bonifico su Iban bancario. Il Comune realizzerà una sezione dedicata nel sito istituzionale per indicare le fasi della raccolta fondi, nella massima trasparenza della procedura.

Un’iniziativa sostenuta dall’appello del primo cittadino Lorenzo Fiordelmondo e del vescovo Gerardo che hanno sollecitato la comunità a sentirsi parte dell’iniziativa, sottolineando lo «spirito di collaborazione tra Istituzioni e Chiesa», ha evidenziato mons. Rocconi e che «l’dentità della comunità passa per l’identità cattolica», ha sottolineato il Sindaco.

Oltre agli importanti interventi di cui si è parlato nel corso del convegno l’assessora Loretta Fabrizi ha anche sollecitato la comunità, le associazioni, il comitato di quartiere e la diocesi a «rendere più viva la chiesa di San Marco con iniziative ed eventi che aprano sempre più spesso le porte di questo importante bene architettonico e ad aiutare l’operosità delle suore del convento, nei piccoli lavori di manutenzione interna», come la lucidatura delle panche e alcune operazioni di pulizia, in cui potrebbero essere coinvolti i cittadini.

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