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Jesi Marino Carotti e Stefano Cerioni verso il 2050

Nello stesso spazio lo studioso, cantautore, scrittore, musicista ed etnologo in un happening/intervista e l’uomo, l’atleta straordinario e ct della nazionale di Fioretto in un’intervista a “cuore aperto”

Jesi – Due eventi hanno arricchito la ricca programmazione della Fondazione Gabriele Cardinaletti, iniziata da poco meno di un mese, il 3 aprile scorso.

Il titolo “Jesi e il 900, verso il 2050. Le Farfalle arriveranno!” è diventato quasi un credo che ha animato quanti, con la loro energia fisica e mentale, stanno inventando e costruendo nuove idee, da oggi sino alla chiusura del 19 maggio prossimo.

Nello stesso spazio nel pomeriggio del 24 aprile, lo studioso, cantautore, scrittore, musicista ed etnologo Marino Carotti ha coinvolto il numerosissimo pubblico, in un happening/intervista dal titolo “Alla ricerca delle origini: dagli antichi mestieri alla musica di oggi nei giovani e nelle proiezioni future”, presentando un lavoro appositamente ideato per la Fondazione, con musiche, canti e recitazione di testi mai pubblicati o presentati insieme.

Dopo di lui, una leggenda sportiva jesina si è prestata a una intervista a cuore aperto che ha permesso di conoscere approfonditamente, l’uomo, l’atleta straordinario e l’allenatore della nazionale di Fioretto, Stefano Cerioni.

Andiamo per ordine, facendo nostre le parole del presidente della Fondazione, Andrea Cardinaletti, che ha sottolineato che «solo attraverso le voci dei protagonisti di ieri, oggi e domani si potranno raccontare 150 anni di vita della città di Jesi, 124 dei quali già storia ma con 26 da scrivere. E queste le scriveremo insieme ai nostri giovani». 

Marino Carotti era accompagnato alla lettura di brani originali – raccolti da  vari testimoni nell’arco di oltre quarant’anni di ricerca – dalla voce di Mariella Bellagamba, una sua carissima amica di Liceo. Allora ecco la vita della filanda, i cordai, i cantastorie, la miseria e la voglia di vivere, musica e parole che hanno addirittura commosso e intenerito Carotti stesso insieme agli innumerevoli compagni e amici di scuola intervenuti, quando ha intonato “La ballata dei liceali”.  

Poi brani su brani, racconti emersi dall’intervista, canzoni inedite, ballate che hanno dato un senso a un evento che ha riscosso un successo straordinario. 

L’olimpionico Stefano Cerioni, a seguire, ha subìto il fuoco incrociato di domande di due giovani che costituiscono una parte determinante nella comunicazione della Fondazione stessa.

Per nulla intimiditi, Ulises Vazquez e Simranjot Singh Jaswal hanno aperto il cuore ai ricordi del nostro campione, che ha raccontato, sollecitato con stimoli molto precisi, la sua gioventù, il suo essere diventato un punto di riferimento nel quadro mondiale che la scherma offre, della differenza nella preparazione e nei rapporti umani con gli altri atleti, della severità giusta e mirata del maestro Ezio Triccoli.

Del loro sentirsi jesini e della loro felicità di essere entrati in una Fondazione che li sta costruendo giorno dopo giorno.

E questo incontro sicuramente non facile con un personaggio come Stefano Cerioni, li ha convinti, siamo certi, che la strada che stanno intraprendendo, sia quella giusta. Poi tante domande dei presenti, a chiudere una giornata tutta da incorniciare.  

© riproduzione riservata

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