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Jesi Francesco Profumo: «Tutti dovrebbero poter accedere all’istruzione»

L’ex ministro, da un paio di giorni presidente di Ysybank, ospite della mostra-evento “Jesi e il ‘900 verso il 2050”

Jesi – Un incontro atteso e di attualità stringente ha arricchito la serie di dibattiti e di scambi di opinioni – in ogni settore della nostra vita quotidiana – che si  sono e staranno ancora, fino al 19 maggio, arricchendo la consapevolezza e la cultura politica dei nostri concittadini e non solo. 

Gli spazi della Fondazione Gabriele Cardinaletti sono un punto di incontro, un circolo delle idee aperto a tutti.

Coinvolgente e senza se e senza ma (per restare nel campo del politichese) il professor Francesco Profumo, ex ministro dell’istruzione, dell’Università e della ricerca, da un paio di giorni presidente di Ysybank (buon lavoro),  che ha dialogato con la giornalista Beatrice Testadiferro e risposto alle domande di Vittoria Donna, una giovane liceale che collabora come tanti altri della sua età, con la Fondazione e che ha affrontato di base la filosofia di questa mostra/evento intitolata “Jesi e il ‘900 verso il 2050”, incentrando le sue domande su come e cosa si sta facendo non per traghettare pedissequamente i giovani verso un futuro che li faccia crescere, bensì come i giovani stessi possono usufruire dell’educazione, della cultura, delle esperienze passate per costruire i dirigenti di domani.

Si è parlato di scuola, «la vostra regione è equilibrata, si ha subito l’impressione di una certa serietà. Dimostra quello che dico da sempre, vale a dire che il nostro sistema educativo, seppur non ampiamente rinnovato, ha una base culturale più ampia degli altri sistemi».

C’è necessità di cambiamento immediato, ma che nel Paese ci sappiamo fare, si è detto, lo si vede anche dal fatto che molti nostri giovani sono richiesti all’estero per la propria preparazione. Poi i vari Governi, che durano poco, lo si sa, e i tempi per trovare le soluzioni sono molto stretti. Abbiamo colto in merito alcune delle numerose considerazioni del professor Profumo.

«Dovremo imparare a imparare dopo ogni singolo cambiamento, in sostanza, e soprattutto, ci vogliono investimenti adeguati affinché tutti possano accedere all’istruzione. Non siamo ancora ai livelli di alcuni Paesi del nord Europa, che investono sui giovani sin dall’infanzia.  Abbiamo anche una situazione finanziaria non più sostenibile, servirebbe un’azione politica che possa dire tanti no, quindi meno populismo».

«E gente più preparata politicamente e amministrativamente, i grandi temi che affrontiamo – basta vedere le prossime elezioni europee – avrebbero bisogno di una classe dirigente più aperta, con basi solide, maggiormente incline al dialogo. La democrazia ha dei costi, e fra questi dobbiamo mettere l’investimento più urgente, che dia una grossa spinta alla struttura dei vari movimenti politici. Legiferare è complicato, serve una classe politica con una qualità maggiore, e che abbia un’idea univoca dell’essere europeo. La democrazia deve investire su se stessa».

Il presidente Andrea Cardinaletti ha sottolineato come, da questi eventi, «è già possibile rimarcare che i nostri giovani collaboratori hanno competenza e una bella dose di creatività».

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