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Jesi Il virologo Massimo Clementi debutta con il romanzo “L’ultimo Maestro”

Dopo le numerose pubblicazioni scientifiche stavolta il racconto di un medico del ‘500 alle prese con una misteriosa epidemia, nel pieno dell’epoca rinascimentale, oggi a Palazzo Bisaccioni

Jesi – Il virologo e scienziato jesino Massimo Clementi, dopo decine di pubblicazioni scientifiche internazionali, testi per gli studenti di medicina e libri divulgativi, debutta con un romanzo, “L’ultimo maestro” – Un’indagine su Edward James Marcus – che presenta oggi 25 maggio alle 17, presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, a Palazzo Bisaccioni, in Piazza Colocci.

«L’idea di scrivere un romanzo è nata – spiega l’autore – quando, studiando la storia della mia disciplina, mi sono imbattuto in una misteriosa epidemia inglese avvenuta oltre 500 anni fa, l’ho messa insieme con la meravigliosa avventura del Rinascimento di quegli anni, con le scoperte di nuovi mondi, e ho pensato al romanzo come modo ideale di raccontare tutto questo».

«Edward James Marcus, il personaggio principale del libro, è di fantasia e rappresenta il mondo medico di quel tempo, privo di armi efficaci per vincere grandi sfide. Ma egli si sente anche un uomo del Rinascimento. Tutto quello che sta avvenendo intorno a lui gli offre la spinta per agire. Non solo verso una terribile malattia che sta coinvolgendo l’Inghilterra, ma anche in altre patologie prima sconosciute».

«Non potendo quei medici far conto sulla scientificità (che non c’era ancora), finalmente, dopo il buio del Medioevo, potranno basarsi sulla razionalità (prima mancava anche quella e la medicina era intrisa perfino di magia). Marcus diventa Maestro grazie a due mentori d’eccezione: il primo è lo scienziato-alchimista Paracelso e il secondo John Caius, il medico dei Re della famiglia Tudor».

Il romanzo, nella sua seconda parte, sarà anche arricchito, tra i personaggi, dall’illustre figura storica della Regina Elisabetta I. Con questa opera Massimo Clementi sottolinea il ruolo della scienza nella civiltà di oggi. Nel ‘500 non si conoscevano batteri e virus, ma solo misteriose e terribili epidemie che causavano migliaia di morti.

Oggi, ritiene l’autore, dovrebbe esserci una diffusa consapevolezza di quello che la scienza rappresenta. Essa certo non è una filosofia, non è una religione, ma è uno strumento potente che dovrebbe essere sempre utilizzato per il bene dell’uomo. Sarà il prof. Clementi stesso a raccontare il libro, sollecitato dalle domande del giornalista Giovanni Filosa, porterà il suo saluto il Presidente della Fondazione, l’ing. Paolo Morosetti. L’ingresso all’evento è libero.

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