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Cronaca

Jesi Foglio di via e denunce non sono serviti, Joy è ritornata

È sempre accampata al “Carlo Urbani”, in mattinata aveva creato scompiglio in centro con intervento di Carabinieri, Polizia Locale e Croce Verde

Jesi – La vicenda della 44enne nigeriana, Joy, non sembra avere fine, è divenuta ormai la storia dell’assurdo, nessuno al momento sembra poter far nulla di più di quanto fatto.

Ma per quanto si dovrà andare avanti così?

Il foglio di via sembra al momento non essere la soluzione per mettere fine a scene che ormai si ripetono quotidianamente come quella di ieri mattina in Corso Matteotti.

Joy, ha dato in escandescenze creando scompiglio in centro e a intervenire questa volta sono stati la Polizia Locale e i Carabinieri che, se in un primo momento erano riusciti a riportare la calma, sono dovuti intervenire una seconda volta richiedendo l’intervento del personale della Croce Verde di Jesi che ha provveduto al trasporto della donna in ospedale.

Ma dopo poco è ritornata sui suoi passi, in Corso Matteotti, parlava da sola e a voce alta, mentre in pomeriggio, dopo un giro e qualche urla per strada, si è riappropriata della sua seduta nell’atrio dell’ospedale, vicino alla macchinetta degli snack.

Le Forze dell’ordine hanno fatto tutto il possibile, ma la donna, con regolare permesso di soggiorno, da 13 anni in Italia, non ha i requisiti per essere presa in carico dai servizi sanitari. Nonostante il foglio di via obbligatorio, denunce e un paio di giorni passati in carcere, Joy continua a creare scompiglio.

Ma è normale che una persona si comporti così e nessuno provveda in via definitiva per il suo e l’altrui bene?

Una donna che ripetutamente, da mesi, – le prime segnalazioni, infatti, erano arrivate dal condominio in vicolo della Pace già da febbraio, dove a richiedere aiuto erano gli stessi condomini -, dà in escandescenza in farmacia, dà in escandescenza in banca, dà in escandescenze sulla pubblica via, al pronto soccorso e all’ospedale, è oggettivo che abbia un comportamento che non è normale e sia una persona che abbia bisogno di ricevere cure.

I Carabinieri intervengono e la denunciano, gli agenti del Commissariato intervengono e la denunciano, la Polizia Locale interviene e la denuncia, perchè l’Ast non ravvisa in lei una qualche patologia da prendere in cura?

Ed legittimo domandarsi: se quelle che oggi sono urla si trasformassero in qualche gesto sconsiderato che potrebbe ledere lei o chi le sta accanto, chi ne risponderà?

Per il suo bene e quello degli altri forse chi di competenza dovrebbe porsi questa domanda, la stessa che in molti si pongono nell’atrio dell’ospedale, in banca o semplicemente prendendo un caffè al bar.

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