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Perché molte persone vogliono entrare nell’industria dello sport in Italia oggi?

Perché molte persone vogliono entrare nell'industria dello sport in Italia oggi?

Nonostante il motto latino del “mens sana in corpore sano”, gli italiani negli anni passati non si prendevano così cura del loro corpo attraverso l’esercizio fisico, ma questa epoca sembra ormai tramontata, con gli sport (e non solo il calcio) che stanno diventando un vero fenomeno nazionale.

Un’attenzione sempre crescente che è dimostrata non solo dal numero degli atleti che aumenta anno dopo anno, ma anche dal numero degli scommettitori sui portali di betting online, che ormai propongono quote basket e di altri sport a fianco di quelle tipiche del calcio.

I dati dell’ISTAT: sotto la media UE, ma confortanti

I più recenti dati dell’Istituto Nazionale di Statistica affermano che gli italiani stanno diventando sempre più sportivi.

Oltre il 35% della popolazione pratica almeno uno sport nel tempo libero, di cui la maggior parte in modo continuativo. Solo cinque anni fa, questo numero era fermo al 30%.

Un buon risultato, anche se sotto alla media europea, dove chi pratica sport in maniera assidua è il 40% della popolazione – ma che dimostra nei fatti che lo sport in Italia è un’attività in grande crescita, e che ha ancora molti margini di miglioramento.

Cosa significano questi numeri?

Se rapportiamo questo risultato al numero degli abitanti dell’Italia, poco meno di 60 milioni di persone, scopriamo che esiste un mondo di 20 milioni di sportivi.

Persone che acquistano materiale per praticare gli sport di loro interesse, che si recano in palestra o in piscina, e che hanno bisogno di trainer e personale per seguirli.

E che se l’Italia si allineerà ai dati europei, questa fetta della popolazione presto raggiungerà i 24 milioni di persone.

Già solo questo piccolo esercizio di previsione ci permette di giustificare la nostra premessa: il mercato dello sport attuale, e sempre più nel futuro, fornirà molte occasioni di lavoro per diverse categorie di persone.

E non parliamo solo degli sportivi professionisti, ma soprattutto di tutta la “rete” di operatori specializzati che la pratica dello sport richiede.

L’esempio del calcio

Per fare un esempio pratico, il mondo del calcio italiano muove dei numeri incredibili. I numeri della FIGC del 2019 ci rivelano ha oltre un milione di giocatori tesserati che giocano in oltre 64,000 squadre.

Ma quello che è interessante è l’esercito delle funzioni di supporto. I tecnici tesserati, che comprendono allenatori, preparatori atletici e medici, sono oltre 31,000, così come gli arbitri, mentre i dirigenti superano le 230,000 persone.

E questo dato riguarda solo ed esclusivamente il calcio: se aggiungiamo gli altri sport, questo numero lievita a dismisura.

Possiamo anche notare che esiste un rapporto tra giocatori e personale di supporto di tre a uno circa – e questo è un dato molto interessante, soprattutto se stiamo valutando di cambiare occupazione.

Lo sviluppo di nuovi sport

Inoltre, non dobbiamo dimenticarci dello sviluppo di nuove discipline nel panorama sportivo italiano. Non tutti amano la palestra, e si divertono di più con qualche sport competitivo.

E proprio per questo, stiamo assistendo a livello mondiale a una crescita verticale di sport “urbani”, fatti per essere praticati in una superficie contenuta, quali il futsal – quello che noi chiamiamo calcetto – e il padel, lo sport-sensazione di oggi.

Queste discipline sembrano fatte apposta per soddisfare i bisogni dello sportivo moderno: sono facili da praticare, dato che richiedono attrezzature limitate e poco dispendiose, e i campi per poter giocare possono essere realizzati anche in aree urbane metropolitane, soprattutto nei vecchi edifici industriali riconvertiti.

In sintesi, il mondo dello sport rappresenta una grande opportunità di riconversione, non solo degli spazi, ma delle professionalità, e siamo certi che da qui in avanti, potrà diventare una grande opportunità di impiego e di investimento per tante persone.

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