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Jesi Uno sport per tutti e a misura di tutti

Nell’incontro organizzato presso lo spazio conferenze della Fondazione Cardinaletti focus sulle prospettive per il futuro con una attenzione particolare alla prevenzione riguardo alle morti improvvise che colpiscono gli atleti

Jesi – Nello spazio conferenze di Corso Matteotti dove la Fondazione Gabriele Cardinaletti sta articolando il progetto “Jesi 900 verso il 2050 – Le farfalle arriveranno”, si è tenuta un interessante incontro su “Sport: prospettive per il futuro”.

Moderato dal giornalista Andrea Carloni, presidente Ussi Marche, è iniziato con il sindaco Lorenzo Fiordelmondo che ha parlato della tradizione sportiva cittadina e di come la città sia impegnata a sostenere lo sport nel presente e nel futuro, riconoscendo sia la capacità dei centri sportivi jesini di produrre eccellenze sportive ai massimi livelli, sia l’importanza sociale dello sport.

Cristina Lenardon, campionessa italiana di pallamano, ha parlato del progresso che è già stato fatto per creare un ambiente universitario che collabori con il mondo dello sport e quindi nel creare le condizioni che consentano anche agli atleti di alto livello di portare avanti, contemporaneamente, sia la carriera sportiva che gli studi universitari.

Cristina ha anche illustrato il percorso che rimane ancora da fare per poter arrivare a una situazione ottimale.

Marco Pozzi, cardiochirurgo pediatrico, da oltre 15 anni impegnato in un progetto di prevenzione delle morti improvvise negli atleti, ha sottolineato che lo sport fa bene e non si muore di sport. Le morti di atleti, famosi e non famosi, sono dovute alla presenza, sconosciuta, di una cardiopatia.

Ha però enfatizzato il fatto che queste cardiopatie possono essere diagnosticate e, quando opportuno, corrette chirurgicamente. Per questo è essenziale fare una campagna di prevenzione finalizzata a riconoscere gli atleti a rischio, che quindi devono essere avviati a un percorso diagnostico che non è e non può essere parte della visita per idoneità sportiva.

La campagna si basa sulla conoscenza dei sintomi che permettono di riconoscere gli atleti a rischio e per questo ha proposto la distribuzione nei centri sportivi e nelle scuole di un manifesto che descrive i pochi sintomi a cui prestare attenzione.

Fabio Luna, presidente del Coni Marche, ha parlato della riforma dello sport, sottolineandone sia lo spirito che i dettagli. In particolare ha messo in evidenza che lo spirito della riforma è perfettamente condivisibile ma che ci sono alcune interpretazioni che hanno bisogno di aggiustamenti.

Proprio questi aggiustamenti fanno parte del lavoro futuro, possibilmente basato su uno stretto dialogo tra politici e dirigenti dello sportivi.

Luigi Innocenzi, consigliere del Panathlon, ha parlato della Carta dei diritti dei giovani sportivi. In particolare ha voluto enfatizzare il fatto che “Il gioco e lo sport sono fondamentali per il benessere e lo sviluppo dei giovani” e quindi l’importanza di promuovere un ambiente che favorisca il gioco attivo e la partecipazione sportiva.

Uno sport per tutti e a misura di tutti, non solo uno sport finalizzato a produrre campioni a qualunque costo. Ha infine preso la parola Stefano Ripanti, neo eletto Governatore del Panathlon, sottolineando come l’Italia sia il Paese al mondo più attento alla salute degli atleti e come la campagna per la prevenzione delle morti improvvise sia fondamentale per migliorare ulteriormente la salvaguardia della salute in chi fa sport.

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