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Cronaca

FABRIANO IL DOPOGUERRA DI ARLECCHINO, DAVID ANZALONE DOMENICA AL GENTILE

FABRIANO, 22 marzo 2017Arriva domenica al Teatro Gentile (26 marzo ore 17) di Fabriano “Arlecchino servitore di due padroni” del Centro Teatrale Senigalliese.  Lo spettacolo porterà in scena un folto gruppo di attori: David “Zanza” Anzalone, Francesca Berardi, Marco Chiarabini, Erika Giacalone, Teo Guarini, Andrea Milano, Michele Pagliaroni, Arianna Primavera e Guido Targetti.  Un riadattamento del capolavoro goldoniano a cura di David Anzalone e Michele Pagliaroni e diretto da Carlo Boso.

A condurre le danze, vestendo i panni di un Arlecchino reduce dalla campagna di Russia pronto a fronteggiare un nuovo “inferno”. Una storia ingarbugliata che parte dalla casa di un vecchio palazzinaro senza scrupoli, e che aggiunge nella trama promessi sposi, mafiosi morti e sorprendentemente ritornati in vita ed una sorella a caccia di amanti assassini.

In casa di Bagnasco, vecchio palazzinaro senza scrupoli, si sta assistendo alla promessa di matrimonio tra sua figlia, Clarice, e Silvio, figlio dell’Onorevole Roma. I due sono innamorati ed è una fortuna che possano promettersi, dato che Calogero Vizzini, notorio mafioso siciliano cui Clarice era destinata, è morto in una lite a causa della sorella di lui, Beatrice. Inaspettatamente, nella scena irrompe proprio Calogero Vizzini, venuto a Milano per incontrare la sua futura sposa. In realtà, colui che si presenta in casa degli allibiti personaggi è Beatrice Vizzini, sorella del defunto in vesti da uomo per poter andare in cerca di Lucky Lucania, boss della mala italoamericana e suo amante, fuggito a Milano in seguito al colpo mortale inferto di sua mano proprio a Calogero.

Tutti i personaggi saranno vittime delle bugie e dell’ingordigia del servitore Arlecchino, che per svincolarsi da situazioni critiche, non farà altro che creare un guaio dopo l’altro. “Quello era un paese con della gente che sperava di essere tornata libera e democratica  – spiega David Anzalone – e parlare dell’Italia di quasi 70 anni fa è come parlare dell’Italia e degli italiani oggi”.

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