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Cronaca

JESI TEMPI INCERTI SULLA DEMOLIZIONE DEL VECCHIO OSPEDALE: LA SANITÀ SMENTISCE LA POLITICA

Roberto Compagnucci

Roberto Compagnucci

Lavinia Fattorini

Lavinia Fattorini

Andrea Malore

Andrea Malore

JESI, 17 dicembre 2015 – L’incontro per fare il punto sul “Vecchio ospedale – Nuovo Carlo Urbani” ha messo in risalto quel tanto di buono che esiste nella sanità della Vallesina, mettendo da parte, almeno per una volta, quelle che sono le criticità lamentate dai cittadini. Quello di questo pomeriggio è stato il terzo incontro sul tema della sanità e questo ha influito sull’afflusso dei partecipanti.

I lavori sono stati introdotti dal presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi, che ha sottolineato il sottotitolo dell’incontro, vale a dire “La tradizione della buona sanità jesina”, che è stato anche il tema conduttore dei vari protagonisti. Ha cominciato il sindaco, Massimo Bacci,  che per una sera ha chiesto di mettere da parte i problemi che il nuovo ospedale denuncia a distanza di un anno (circa) dalla sua entrata in funzione completa. L’intervento del primo cittadino di Jesi non poteva non toccare la questione della chiusura del reparto maternità degli ospedali di Fabriano e Osimo, poi, immancabilmente, il discorso è caduto sul vecchio ospedale del Viale. Bacci ha nuovamente auspicato che il progetto per l’abbattimento della vecchia struttura avvenga non più tardi del prossimo anno; passando ad altro argomento, sempre però legato alla sanità, il primo cittadino ha annunciato che Jesi sarà il centro della logistica della sanità regionale; questo sarebbe quanto assicuratogli dal presidente della Regione, Luca  Ceriscioli.

Il direttore dell’Area Vasta 2, ing. Maurizio Bevilacqua, dopo aver ricordato che si sono dovuti attendere 15 anni per avere il nuovo ospedale, ha affrontato subito il noto del vecchio ospedale, gettando acqua sul fuoco dell’entusiasmo di Bacci; “occorreranno più di un anno e mezzo per l’abbattimento del vecchio ospedale”. Poi ha ricordato una recente visita effettuata al Pronto soccorso; struttura giudicata “eccellente” anche se ci sarebbe da sistemare una piccola parte. Ha concluso il suo breve intervento con l’invito a non parlare solo degli aspetti negativi dell’ospedale, quasi ad anticipare gli interventi successivi. Già, perché a questo incontro erano stati invitati alcuni responsabili sanitari del Carlo Urbani, a cominciare dal direttore medico Virginia Fedele che, oltre ad aver descritto il passaggio da 2 ad una struttura sanitaria ha annunciato la prossima apertura della mensa per dipendenti – e non solo – nei locali del nuovo ospedale dove presto dovrebbero essere trasferite le cucine attualmente operative nei locali del Viale. Non solo, è prevista a breve termine anche l’apertura di un Bar all’Urbani.

Se c’è una eccellenza che emerge sulle altre, questa è la Chirurgia che con i suoi 1.600 interventi, circa, rappresenta il fiore all’occhiello della sanità jesina. Lo hanno detto Andrea Malore, Lavinia Fattorini ed il primario, Roberto Compagnucci; tutti hanno esaltato le dotazioni tecnico/scientifiche in uso al reparto; presidi che si possono trovare solo in altre due, tre strutture mediche italiane, attrezzature acquistate grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.

Mentre Compagnucci svolgeva la sua relazione è arrivato il direttore generale dell’Asur, Alessandro Marini, il quale, dopo aver raccontato la storia di questa struttura ospedaliera jesina ha iniziato l’incensazione della sanità marchigiana in generale e di quella jesina in particolare senza citare novità di sorta se non che sarebbero diverse le regioni che starebbero studiando il sistema sanitario marchigiano e che per i tre ospedali dell’Area Vasta 2 è in corso un processo di specializzazione.

Dopo gli interventi di altri operatori medici del Carlo Urbani e quelli di alcuni dei presenti nel Teatro Valeria Moriconi, le conclusioni dei lavori sono state tratte dal consigliere regionale Enzo Giancarli.

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