Segui QdM Notizie

Cronaca

FABRIANO STUDIO DELLA CNA, LE IMPRESE IN SOFFERENZA: LA RIPRESA NON PARTE

FABRIANO, 21 luglio 2016 – Nel fabrianese negli ultimi due anni il tasso di mortalità delle nuove imprese è del 25% sul totale delle imprese cessate. Questo quanto emerge da uno studio condotto dalla sezione cittadina della Cna. “Le imprese stanno attraversando un momento difficile – spiega il segretario della sezione fabrianese dell’associazione di categoria, Andrea Riccardi – e la ripresa stenta a partire. Oltre a un calo drastico nei consumi, dal 2009 ai primi mesi dell’anno nella città di Fabriano si è segnata una perdita nella manifattura (-12,3%) e nelle costruzioni (-5,7%)”.

Secondo la Cna molti fabrianesi che hanno perso il lavoro si sono inventati come imprenditori, ma tanti altri hanno dato avvio ad una nuova attività artigianale, commerciale o di servizi perché in possesso del famoso spirito imprenditoriale. In entrambi i casi, la maggior parte delle nuove imprese ha in sé un carattere innovativo, “e per questo le istituzioni devono sostenerle”, ma si trovano disarmate per la concorrenza e, come per gli imprenditori che da anni lavorano sul territorio, devono fare i conti con il calo dei consumi, la difficoltà legata alla tassazione, alla burocrazia e all’accesso al credito. Il numero complessivo di imprese operanti nei comuni dell’area vasta di Fabriano è pari a 3.976 unità locali e la quota percentuale di imprese giovani, nate cioè negli ultimi 5 anni, è pari al 23,6%, leggermente inferiore rispetto alla media provinciale che si attesta al 25%.

“Nel fabrianese – precisa Gabriele Di Ferdinando referente Ufficio Studi Cna Marche – 129 delle 514 attività cessate negli ultimi due anni nell’area esaminata erano imprese giovani (il 25,1%); nella provincia, la quota sale al 30%”. Secondo lo studio della Cna, l’area di Fabriano si caratterizza rispetto all’area di Jesi per una quota percentuale maggiore di imprese del settore primario e della trasformazione alimentare (25,7%) e della meccanica (4,6%) e per una quota inferiore di imprese dell’edilizia e delle attività immobiliari pari al 12,8%. Seguono in termini relativi le attività servizi di vicinato (3,4%), l’impiantistica (3,1%), la ristorazione (2,8%).

(cla.cur.)

News