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Aeroitalia Volo Milano – Ancona, lettera di denuncia ad Acquaroli

Presa di posizione di un altro passeggero coinvolto nell’odissea del 22 dicembre: «Mi rivolgo alle istituzioni competenti con la speranza che prendano opportuni provvedimenti»

Falconara – Dopo quella del chiaravallese Vincenzo Palumbo arriva un’altra critica pesante ad Aeroitalia per i disservizi e per i gravi problemi causati ai 33 passeggeri del volo XZ 2225 che doveva riportarli all’Aeroporto delle Marche da Milano Linate.

Questa volta è il senigalliese Giovanni Formiconi a raccontare l’odissea vissuta la notte del 22 dicembre. E non si è limitato a evidenziare le incongruenze e le mancanze di Aeroitalia ma ha scritto una lettera amara e dettagliata al presidente della Regione, Francesco Acquaroli, e ai vertici dell’Aeroporto Sanzio di Falconara.

Il fatto /  Il volo Milano – Ancona: ritardi, disagi e atterraggio a Pescara

«Se lo scopo dei voli di continuità era quello di avvicinare le Marche al resto d’Italia, dopo quello che noi passeggeri abbiamo passato – scrive – posso ben dire che l’obiettivo è stato completamente mancato, ma anzi, siamo arretrati di decenni».

Dopo Vincenzo Palumbo anche il senigalliese parla di «un’odissea di 10 ore per un tragitto di 80 minuti».

«Una terribile esperienza, visto che il volo è partito da Milano con un ritardo di 4 ore rispetto allo schedulato (20.30 utilizzando l’aeromobile di una compagnia lettone tale RAF-avia, con a bordo personale rumeno, non in grado di parlare una sola parola di italiano quando doveva essere un volo domestico aperto da un compagnia italiana)».

Anche Giovanni Formiconi segnala le tante problematiche che hanno dovuto affrontare i passeggeri.

«Una volta saliti a bordo dell’aeromobile abbiamo accumulato un’ulteriore ora di ritardo fino a quando raggiunti i cieli marchigiani il capitano ci ha informato che sfortunatamente l’aeroporto di Ancona era chiuso e che saremmo atterrati a Pescara, accumulando un’ulteriore ora di ritardo».

Vincenzo Palumbo aveva sottolineato che solo i poliziotti di frontiera dell’aeroporto abruzzese avevano offerto assistenza ai passeggeri e anche Formiconi, nella sua lettera, conferma che «una volta sbarcati a Pescara ci siamo ritrovati nel piazzale dell’aeroporto, impossibilitati a entrare nel terminal in quanto chiuso. A stretto giro siamo stati assistiti da due poliziotti di frontiera dell’aeroporto abruzzese che contattando il reperibile dell’aerostazione ci hanno permesso di entrare nel terminal».

I passeggeri non hanno ricevuto nessun tipo di assistenza a terra, nessun tipo di ristoro, tanto che i problemi sono divenuti sempre più grandi.

«A bordo c’erano pazienti oncologici che la mattina stessa si erano recati a Milano per sottoporsi a terapie salvavita ed erano molto provati dal ritardo e dai ripetuti disagi. L’unica possibilità di protezione che ci è stata offerta è stata quella di attendere un bus per Ancona alle 7 del mattino successivo. Avendo avuto la possibilità di farmi venire a prendere da un familiare, sono riuscito a raggiungere Senigallia alle 6 di mattina».

Poi Formiconi denuncia anche il fatto che, pur avendo contattato la Compagnia, non ha ricevuto risposte.

«Ho inviato email di reclamo, richiedendo il risarcimento come previsto dalla normativa europea ma ancora non mi hanno risposto. Ecco perché mi rivolgo alle istituzioni competenti con la speranza che prendano opportuni provvedimenti per far luce su quanto accaduto e al fine di evitare il ripetersi di situazioni incresciose come quella che ho vissuto in prima persona assieme ad altri 32 passeggeri, situazione che non auguro di vivere a nessun altro».

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