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Cronaca

JESI SANITÀ, STORIA SCONCERTANTE: PER LA MOC DEVE ATTENDERE MAGGIO 2018 MA A PAGAMENTO C’È POSTO A METÀ SETTEMBRE

ospedale UrbaniJESI, 2 settembre 2016  – Non c’è pace per la sanità jesina, ogni giorno che passa la già disastrosa situazione denunciata anche recentemente dal Tribunale per i Diritti del Malato (TDM) non fa altro che peggiorare; sotto l’occhio di tutti (ma pare non sotto quello di chi è preposto e pagato per evitare lamentele dei cittadini) la consolidata carenza di personale, il perdurare e peggiorare delle lunghe liste d’attesa , la mancata apertura di reparti fondamentali. Non passa giorno che non arrivino fatti e storie sconcertanti, come quella di un paziente che, per la sua patologia, aveva necessità di effettuare un esame specifico, la MOC; ricetta medica in mano il nostro soggetto si presenta allo sportello prenotazioni dell’ospedale Carlo Urbani. Dopo una ragionevole attesa finalmente si trova di fronte l’impiegata che, vista la ricetta e controllato il computer ha comunicato al paziente la data della possibile analisi. Vi chiederete quanto tempo avrebbe dovuto spettare quel paziente, 5, 10, 20 settimane, 6 mesi, un anno? Niente di tutto questo. Per quell’accertamento il paziente si sarebbe dovuto presentare in una struttura pubblica della provincia nel mese di maggio 2018. Avete letto bene, maggio 2018, cioè tra oltre venti mesi. Una cosa insopportabile che ha spinto il paziente a formulare una seconda richiesta: “Se volessi sottopormi allo stesso accertamento a pagamento quando dovrei presentarmi?”. Pronta la risposta dell’impiagata del CUP: “Il 15 settembre all’ospedale di Chiaravalle”, “E il costo?” ha ribattuto il paziente, “65 euro”. Una spesa che il nostro paziente ha accettato di fare, chiedendo l’immediata prenotazione.

Ora ci si chiede a cosa sia dovuta questa situazione: a cattiva gestione locale? A carenze legislative che non prevedono l’utilizzo delle apparecchiature sanitarie e diagnostiche 24 ore su 24, 7 giorni su 7? Oppure si vuole ancora una volta confermare quello che il cittadino normale sospetta da tempo e cioè che a chi ha i soldi si concede tutto e subito e agli altri…

Più che attendere l’ennesima giustificazione e il rinnovo delle promesse di intervento, chi può si metta la mano sulla coscienza e non obblighi il paziente a lunghe attese e a trasferte fuori dal territorio di appartenenza facendo si che ciò che ha risparmiato per il ticket lo spende in carburante e tempo.

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