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Sanità Demenze: intollerabile distanza tra domanda e offerta di residenze dedicate

Secondo la stima del Gruppo Solidarietà oltre 2.500 persone ricoverate in strutture non specifiche e ciò si traduce in negazione del diritto alla cura

Fabio Ragaini

Moie – Nelle residenze sociosanitarie delle Marche sono 2.587 le persone con demenza ricoverate (in totale il 41% nei posti convenzionati). Risultano 649 i posti specificatamente dedicati. Il 34% (1.938 persone) non dedicati.

Questi, alcuni dei dati forniti dalla Regione Marche in risposta a un’interrogazione del consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo nella quale, riprendendo i contenuti di una lettera del Gruppo Solidarietà, si chiedeva quante fossero le persone con demenza ricoverate e quanti i posti effettivi loro dedicati.

Ma, secondo l’analisi del Gruppo Solidarietà di Moie la distanza effettiva tra domanda e offerta sarebbe ancora maggiore. Sostiene, infatti, il Gruppo del presidente Fabio Ragaini (foto in primo piano) che non più della metà dei posti indicati sono effettivi. Inoltre, nel dato regionale non sono indicate quante persone con demenza vivono in residenze per autosufficienti (CdR) e nei posti non convenzionati. Il Gruppo, a partire dalla indicazione percentuale della Regione ne stima altri 700. In totale sarebbero oltre 2.500 le persone con demenza ricoverate in strutture non dedicate.

Se occorre tener conto che all’interno della diagnosi di demenza sono presenti condizioni molto diverse, appare comunque evidente l’intollerabile scarto tra necessità e qualità della risposta. Tanto più che quelli che sono definiti posti dedicati, ovvero specializzati, sono molto meno di quelli formalmente presenti. In questo contesto sconcerta che la Proposta di Piano sociosanitario licenziata nei giorni scorsi dalla Giunta non assuma alcun impegno a riguardo.

«Non c’è solo l’evidenza della inadeguatezza della risposta – si fa notare dal Grusol – che, non dimentichiamolo, provoca sofferenza nelle persone e si traduce nella negazione del diritto alla cura. C’è anche tutta la disattenzione, la trascuratezza, la noncuranza di un sistema dei servizi, che dimostra anche una grave inadeguatezza etica. È grave e triste non solo non dare risposte adeguate, ma non curarsi di verificare se quelle poche che proponi diano risultati».

«Qui abbiamo affrontato la sola questione dell’assistenza residenziale – prosegue il Gruppo Solidarietà – ma la questione deve essere affrontata a un livello più generale. Per chi si impegna a mantenere a domicilio una persona con demenza severa il compito, a fronte della scarsità dei sostegni, è improbo. Chi ricorre alla istituzionalizzazione deve fare i conti con la realtà che abbiamo descritto. Occorre un investimento non solo in termini di risorse economiche, ma anche organizzativo e progettuale. Oggi, va detto, è totalmente assente».

(foto in primo piano, Fabio Ragaini presidente del Grusol di Moie)

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