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Jesi

diVENERDÌ PENSIERI E PAROLE IN PILLOLE

AGRICOLTURA

Negli scorsi giorni, il mio amico Roberto Pesaresi ha scritto un post semplice e chiaro che mi ha fatto riflettere: “Nell’ultima campagna elettorale nessuno ha parlato di agricoltura”.

Ed in effetti è andata proprio così, con i politici che hanno dato un bel calcio virtuale all’innovazione, alla ricchezza e all’occupazione che la terra sa produrre. Nella prima Repubblica, cialtrona e sgangherata ma con basi strutturali ben più solide di quanto qualcuno vuole far apparire, il Ministero delle Politiche Agricole era considerato fondamentale e strategico, tanto che la “Balena bianca”, disposta a trattare su tutto a seconda delle situazioni, non lo ha mai lasciato ad altri Partiti. Se è vero che oggi non vi è più la possibilità di erogare fondi a pioggia, e il mercato ha allargato i propri confini, appare comunque miope la scelta di alzare le mani in segno di resa verso una globalizzazione selvaggia ed invasiva.

Proprio oggi, sarebbe necessario che tutti i protagonisti italiani si unissero nel condurre una battaglia in difesa della qualità dei nostri prodotti, e di rilancio di tutto il settore. A Roma e soprattutto a Bruxelles. Invece preferiscono il silenzio, calpestando contemporaneamente storia e futuro.

 

LA NON FESTA DEI CENTO GIORNI

Bottiglie rotte, vomito vicino agli alberi, uova lanciate contro ignari passanti, fumogeni, e le più elementari regole del vivere civile che per qualche ora sono andate a farsi fottere.

Non scene postume di un rave party, ma la cartolina che i giovanotti nostrani hanno lasciato ai giardini pubblici per accogliere i cento giorni all’esame di maturità.

Maturità, appunto, questa sconosciuta.

 

 

SAN GIUSEPPE

Le dita incrociate con la speranza che il meteo sia clemente. La messa solenne celebrata dal Vescovo. Gli anziani con il vestito delle feste.

I problemi giornalieri messi da parte per qualche ora. La gioia di sentirsi parte attiva di una comunità. In migliaia a partecipare alla oramai storica “camminada”.

L’agonista per cercare il podio, l’amatore a consumare il gusto della corsetta, il curioso a passeggiare con l’amico che non vedeva da tempo, mentre mamma e papà spingono un passeggino.

Il ricordo commosso dell’indimenticato Paolo Pirani.

L’odore dolce e inebriante dei maritozzi pronti ad essere sfornati. La mano occupata a non far cadere il cartoccio con i lupini. I giochi all’aperto e la pesca di beneficenza. San Giuseppe è in arrivo.

 

ANALISI DEL VOTO

Ho finalmente portato a termine la maratona con Mentana, e come promesso, o meglio minacciato, posso proporvi la mia analisi del voto.

Ha sbaragliato la concorrenza Luigi Di Maio, che ora però, per conquistare le stelle, deve chiedere un aiuto ai Democratici. Non la cosa più semplice, dopo anni di insulti e offese.

Sembra però che Giggino al primo incontro post 4 Marzo con i Dem abbia esclamato: “Bella raga, era chiaro che scherzavamo, no?”. Vittorioso anche Matteo Salvini, che tra un brindisi e l’altro, ha già fatto sapere che il pallone è il suo, quindi o lui sarà Premier, oppure non gioca nessuno. Silvio Berlusconi esce con tanta cera in volto, ma le ossa del corpo fracassate, consapevole che in questa fase di trattative, il suo peso è pur sempre pari a quello dell’asse di bastoni, ma quando giochi a scala quaranta. Tonfo clamoroso per il Partito Democratico che però, tra accuse, pianti e la creazione di altre trentadue correnti, scopre che i suoi voti in parlamento, seppur drasticamente ridimensionati, saranno decisivi per chiunque abbia ambizioni di Governo. L’asta è aperta, chi offre di più ? Il ruolo del pugile suonato dovrebbe spettare a Matteo Renzi, che invece mostra i suoi muscoli mollicci, presenta le dimissioni post datate e si permette il lusso di alzare i toni, Sarà impazzito ? No, ha solo guardato i risultati e sente di aver raggiunto il suo vero obiettivo: aver annientato il Pd. Emma Bonino si conferma la “Sora Camilla” della Politica italiana, apprezzata da molti, ma votata solo dagli amici intimi. Escluso dal Parlamento il grande stratega Massimo D’Alema, che non ha convinto neanche il suo cagnolino, mentre i compagni di regata sono ancora nella fase “analisi della sconfitta 1992”. Buon lavoro Presidente Mattarella

 

Marco Pigliapoco

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