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Jesi Disabili abusate, «anomalie di quell’appartamento note da tempo»

Sulla vicenda di via del Verziere interviene l’associazione Tutela Salute Mentale per la Vallesina

JesiL’Associazione Tutela Salute Mentale per la Vallesina ritiene opportuno intervenire sulla vicenda dell’appartamento di via del Verziere, che ospitava disabili psichici anche gravi, per esprimere innanzitutto piena solidarietà alle vittime degli abusi che stanno emergendo.

Nessuno ora cada dal pero, sarebbe insopporlabile e indecoroso.

Le anomalie di quell’appartamento erano note da tempo a tutte le parli in causa: amministratori, sanitari, Forze dell’ordine, Magistratura.

L’associazione Tutela Salute Mentale per la Vallesina aveva segnalato più volte agli Enti e alle autorità competenti irregolarità di tipo gestionale accertate anche dal Nas chiamato in causa dalla nostra Associazione.

Ciò che abbiamo appreso dai giornali riporta una situazione ancor più grave rispetto a quella che avevamo denunciato. 

Il volontario colto a cucinare in brache calate è purtroppo l’orrenda punta dell’iceberg.

Che, poi, i volontari cucinano? Ma certo! Chi non gradirebbe a casa propria un aiuto simile? Peccato che qui si stia parlando di una struttura realizzata originariamente dall’associazione di volontariato gestita dai due arrestati ed alimentata da invii di pazienti da parte del Servizio di Salute Mentale in base ad una convenzione tra loro.

Follia pura

Da sempre la malattia mentale è la Cenerentola del Servizio sanitario pubblico: pazienti e famiglie vivono nell’isolamento il doppio dramma della malattia e l’umiliazione del ricatto fatto di silenzio.

Precipitare nel buco nero del disagio psichico è facilissimo, uscirne è impresa titanica.

I matti, chiamiamoli pure così, ma con affetto, sono quanto di più difficile ci sia da gestire, a meno che non li si imbottisca di psicofarmaci e via. 

Se poi chi ne dovrebbe aver cura li rinchiude in appartamenti in condivisione gestiti, udite udite, da badanti, da volontari e da altri soggetti che si girano dall’altra parte, beh, allora siamo alla follia. Non quella dei matti, bensì quella criminogena dei presunti sani.

Non chiamiamo i soggetti coinvolti volontari perché i volontari veri sono ben altre persone.

Attendiarno fiduciosi che la Magistratura voglia questa volta approfondire tutti i risvolti della vicenda sin dall’iniziale avvio della struttura sulla quale la nostra associazione aveva acceso un faro da subito nel lontano 2018 con invio di lettere, espostisegnalazioni che non hanno avuto il dovuto, meritato riscontro.

Associazione Tutela Salute Mentale per la Vallesina

© riproduzione riservata

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