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Jesi “Credito e imprese”, le Marche una regione che vale 7 miliardi

Sfide e prospettive del tessuto imprenditoriale, al Teatro Pergolesi il convegno organizzato da Confindustria Ancona per i suoi 80 anni di attività

Jesi – Ha scelto proprio la città di Jesi per la prima delle tappe celebrative dei suoi 80 anni di attività, Confindustria Ancona, che venerdì scorso ha invitato al Teatro Pergolesi i massimi esponenti degli Istituti di credito nazionali e due importanti realtà imprenditoriali del territorio, per parlare proprio di credito e imprese.

«Riusciranno le imprese del nostro territorio a reggere la competitività del mercato globale?», con questa domanda ha aperto la presentazione degli interventi istituzionali Giancarlo Laurenzi, direttore del Corriere Adriatico e moderatore della serata.

Tra i presenti Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche, Francesco Acquaroli, presidente di Regione Marche, Lucia Albano, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

«La scelta di dedicare il primo evento del nostro percorso di celebrazioni degli 80 anni di Confindustria Ancona – ha spiegato il presidente Pierluigi Bocchini -, non è casuale, mai come in questo territorio le conseguenze della perdita in pochi anni di due importanti riferimenti del sistema bancario sono state significative, per parlarne abbiamo invitato un parterre d’eccezione».

Gli interventi istituzionali

Dai primi interventi istituzionali sono emerse infatti le criticità del sistema di piccole e medie imprese del nostro territorio a reggere la competitività in un mercato globale caratterizzato da tensioni macroeconomiche e geopolitiche, difficoltà che si possono affrontate solo investendo nella crescita e nell’innovazione, per cui è necessario, però l’accesso al credito.

«La criticità per le imprese marchigiane è proprio l’accesso al credito – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio -. Nelle Marche i prestiti alle imprese sono scesi del 6,5%. Le condizioni sono peggiorate dopo le numerose chiusure degli sportelli bancari sul territorio. Come Camera di Commercio stiamo lavorando, insieme alle associazioni di categoria, per stimolare di nuovo i finanziamenti e promuovere così la crescita delle nostre aziende».

Anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha sottolineato l’esigenza di competitività delle imprese del territorio.

«Sono necessarie le risorse per progettare la competitività del sistema impresa. Come Regione stiamo lavorando al miglioramento e potenziamento delle infrastrutture e abbiamo a disposizione risorse per 90mila euro destinate alle imprese, che da sole non bastano per fare la differenza».

«Ciò che manca alle imprese è il rapporto di prossimità che avevano in passato con gli istituti di credito e che è andato perdendosi a favore di un sistema molto più rigido per l’accesso ai finanziamenti. Mancano il dialogo con il territorio e il rapporto di fiducia reciproca, soprattutto perché le difficoltà che le aziende hanno dovuto affrontare non dipendono da incapacità imprenditoriale ma da un periodo storico in cui si sono susseguite una pandemia, una crisi energetica, una crisi geopolitica e l’inflazione. Dobbiamo recuperare un tavolo del credito e lavorare con gli istituti bancari sulla rigidità che viene percepita dagli imprenditori».

Anche Lucia Albano, per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha parlato del tema del credito come una «sfida da raccogliere nelle Marche», a fronte della chiusura in due anni di 1.500 sportelli bancari e parlando delle garanzie pubbliche che il Governo ha messo in campo nel 2023.

Il quadro macroeconomico

L’impatto del debito pubblico sulla nazione, la scarsa occupazione femminile e la perdita di capitale umano giovanile, sono le questioni sollevate con preoccupazione da Veronica De Romanis, economista e docente di Economia europea presso la Luiss Guido Carli e la Stanford University, nel suo intervento sul quadro macroeconomico.

«Il Paese deve recuperare il divario di crescita con le altre economie europee. Gli strumenti ci sono a cominciare dalle risorse del Pnrr da cui l’Italia ha attinto più degli altri paesi europei. Ma spendere non basta», ha sottolineato Veronica De Romanis evidenziando l’impatto economico che il Bonus 110 avrà sulle casse dello Stato e l’impatto del debito italiano, di oltre 200 miliardi di euro «un debito che costa e presto faremo i conti con 100 miliardi di spesa per gli interessi. Il che si tradurrà nella diminuzione dei servizi alla popolazione. Sono venute meno risorse pubbliche importanti per agevolare chi non ne aveva bisogno».

«Ora è fondamentale attuare una spending review e allocare le risorse pubbliche che servono di più. La sfida principale è quella della demografia che passa per l’incremento dell’occupazione femminile (attualmente solo una donna su 2 lavora) e giovanile, abbiamo un capitale umano che si sta disperdendo e mancano le risorse per la formazione nella scuola».

La Tavola rotonda

A seguire gli interventi su sfide e prospettive delle imprese del territorio, affidate allo scambio dialettico tra interlocutori importanti del panorama economico nazionale. Enrico Giacomelli, che nel 2000 ha fondato Namirial, oggi è tra i leader mondiali dei servizi di digitalizzazione.

«Lo rifarei? . Dieci anni fa ero a 14 milioni di fatturato, oggi sono a 140 e ho 900 dipendenti. Ho fatto una scelta radicale facendo entrare un private equity in maggioranza. Le nostre aziende devono accrescere la loro cultura finanziaria. La programmazione economica è fondamentale ma altrettanto lo è quella finanziaria».

Sulla stessa lunghezza d’onda Alberto Rossi, presidente di Frittelli Maritime Group.

«Venticinque anni fa ho fatto la prima operazione di apertura del capitale a un soggetto finanziario per dare corpo a un business plan che necessitava di capitali. Da lì ho dato corso ai miei progetti di crescita. Le imprese marchigiane e il credito sono due realtà che devono dialogare di più, conoscersi, per essere reciprocamente utili».

Ha portato l’esperienza di Bper, Stefano Vittorio Kuhn, Chief retail e Commercial banking officier, che negli ultimi 30 mesi è cresciuta del 40% passando da banca multiregionale aessere nazionale.

«Bper è impegnata attivamente nel sostenere le imprese nel raggiungimento dei loro obiettivi di crescita. Siamo consapevoli dell’importanza di adattare i servizi alle esigenze in evoluzione nel settore industriale per il quale vorremmo essere dei veri partner di riferimento».

«Siamo entusiasti di collaborare con Confindustria Ancona e le imprese del territorio per un futuro economico più solido – ha detto Kuhn, aggiungendo anche -, il credito è un diritto ma di chi se lo merita», alludendo ai crediti facili che hanno determinato il crollo di Banca Marche.

Si è rivolto alle aziende del territorio, Francesco Minotti.

«Alle Marche manca la capacità di guardare lontano. Questa è una regione dal tessuto imprenditoriale denso che per noi vale 7 miliardi sul fronte del credito», ha sottolineato l’amministratore delegato di Mediocredito Centrale, realtà che ha la missione di favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese che caratterizzano il tessuto marchigiano, «dove vediamo belle aziende investiamo volentieri».

Infine, l’intervento di Davide Cuccio di Eurizon, il Fondo del Gruppo Intesa San Paolo, che ha spiegato come il private debt possa supportare la crescita delle piccole e medie imprese nel medio e lungo termine.

«In quest’ottica si affianca al sistema bancario a completare la gamma di strumenti finanziari a disposizione degli imprenditori, accedendo ai capitali degli investitori istituzionali e al risparmio degli investitori privati con l’obiettivo di accrescerne il valore».

La serata si è conclusa per i presenti con un aperitivo e una visita all’esposizione Storie di Futuro all’interno della mostra “Jesi e il 900 verso il 2050. Le farfalle arriveranno”, in Corso Matteotti, promossa dalla Fondazione Gabriele Cardinaletti.

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