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di VENERDÌ PENSIERI E PAROLE IN PILLOLE

IL DUCA

Un Collegio Docenti con uno schioccar di dita, propone di cancellare una storia lunga settanta anni.

scuola duca amedeo di savoia

La scuola media “Duca Amedeo di Savoia” dovrebbe cambiare denominazione ed essere intitolata a Paolo Borsellino. Alzo subito le mani, sono ex “Duchino” orgoglioso, e pur consapevole che i problemi da affrontare sono ben altri, la notizia mi turba parecchio. Sarò forse l’ultimo dei romantici, e forse persino un po’ nostalgico, ma credo che le scuole, come le Piazze o le Vie, dietro ad un nome abbiano anima, frammenti di vita, e sfugge il motivo per cui debbano essere geneticamente modificate. Provate ad immaginare se il Liceo “Giulio Cesare” di Roma cantato da Venditti, o la Via Paolo Fabbri di Guccini, improvvisamente cambiassero nome.

Sapevamo di non avere laboratori all’avanguardia e le palestre erano ex magazzini, ma avevamo fierezza nel frequentare la scuola che era stata dei nostri padri, quella nel cuore della Città. Epiche le sfide a Pallavolo con i “Leopardiani”, ovvero quelli della Jesi nuova, e i “Federiciani”, generalmente stanziati a Sud-Est, con noi “Duchini” ingiustamente considerati un pochino snob. Oltre alla tempestiva necessità del cambio di denominazione, non si capisce neanche il criterio con il quale sia stato scelto il Giudice Borsellino. Lungi da me non considerare rilevante e fulcro della civiltà la lotta alle mafie, ma allora perché non considerare Giovanni Falcone o Rosario Livatino, solo per citarne due. In ogni caso dal Comune, nonostante i mal di pancia e la tardiva retromarcia dell’Assessore Butini, hanno dato il proprio assenso. Ora, la decisione definitiva spetterà a qualche funzionario di un freddo ufficio Regionale. Ma cosa vogliono saperne se non hanno frequentato “il Duca” ?

 

VERSO IL 25 APRILE

lapide via xx settembre

Forse non tutti lo sanno, ma a Jesi, in Via XX Settembre, in prossimità di una curva, si trova una targa con su scritto “Qui nei giorni 8 e 9 Febbraio 1944 furono fucilati dai fascisti della Repubblica di Salò i partigiani Magnani Armando e Panti Primo combattenti per la libertà d’Italia”.

Magnani (7.10.1891 – 8.2.1944), elettricista di Belvedere Ostrense, fu accusato di di aver sottratto grano all’ammasso di Staffolo per distribuirlo alla popolazione civile.

Venne fatto prigioniero insieme ad Augusto Bernacchia, in favore del quale intervennero i sacerdoti Don Arduino Rettaroli e Don Gino Paoletti. Grazie a loro riuscì a salvarsi , ma dovette assistere all’esecuzione di Magnani, il quale corpo restò abbandonato sul luogo, sotto la pioggia, fino a sera.

Primo Panti (28.12.2011 – 9.2.1944), muratore di Jesi, fu catturato durante un rastrellamento, e a nulla valse l’intervento del Vescovo Mons. Falcinelli. Nel muro sono ancora visibili i segni dei proiettili. Al di là delle convinzioni di ognuno, in questi giorni di avvicinamento al 25 Aprile, trovare il tempo di un passaggio davanti a questa lapide, e magari lasciare un fiore, significherebbe riconoscere le radici della nostra Città, rendendo omaggio ad una storia drammatica ma reale.

 

TUTTI AL MERCATO

Nella breve ma splendida gita a Firenze ho avuto modo di rimanere a bocca aperta entrando nel mercato coperto del centralissimo quartiere San Lorenzo, a due passi dal Duomo.

 

Il Mercato delle Erbe

Un insieme di colori armoniosi a far da culla alle tipicità locali, con bistecche, lampredotto e finocchiona sugli scudi, e la possibilità, dopo aver fatto brillare gli occhi, di dar soddisfazione anche al palato, in spazi accoglienti.

Anche Jesi, pur se in dimensioni ovviamente più ridotte, ha la struttura da sempre idonea ad ospitare il mercato in Piazza delle erbe, che con idee, volontà e qualche soldo da investire, troverebbe il suo riscatto diventando una vera e propria perla.

Ortolani, macellai e panettieri che si mescolano a produttori biologici e apicoltori.

Un esposizione di ciò che sappiamo fare con esperienza e abilità, a partire da “Sua Maestà” il Verdicchio, autentico Ambasciatore Jesino nel Mondo, fino all’olio, passando per i formaggi dei nostri splendidi caseifici.

Spazio alle botteghe artigianali, per riscoprire l’utilità di quei mestieri in via di estinzione, come il calzolaio, il piccolo falegname o l’arte della sartoria. Un luogo di incontro, di specialità enogastronomiche e cultura popolare. Per ora, al netto delle chiacchiere, tutto ciò sembra restare un sogno.

 

RUSSIA 2018

Gli azzurri passeranno l’estate a organizzare trenini nei villaggi turistici, e Gian Piero Ventura forse starà ancora con i piedi a bagno in quel di Zanzibar, ma i Campionati Mondiali di calcio 2018 si disputeranno ugualmente.

notti magiche Totò Schillaci

In Russia l’organizzazione procede spedita, e sta per essere ultimata la cerimonia di apertura, con l’obiettivo di stupire.

Le indiscrezioni raccontano di un orso, vero e vivo non un peluche, che consegnerà il pallone ufficiale all’arbitro. Speriamo che Putin abbia il senso del limite e non voglia colorare il cielo con qualche missile.

Intanto in terra Italica, gli adepti del “Dio Eupalla” si stanno scatenando nel mostrare le innate conoscenze tecnico tattiche ed indovinare la squadra che alzerà la Coppa. Sarà ancora la Germania, rinfrancata dall’assenza di spaghetti e mandolini Italiani, la Spagna, pronta a sfoderare i nuovi gioiellini delle cantere, o i galletti francesi, tanto altezzosi quanto massicci ? Ma no, trionferà il Sud America, con il Brasile che riproporrà il football toda joia toda beleza, o l’Argentina di Leo Armando Maramessi.

Ma la vera sfida è per neofiti, principianti, antipallonari e mogli con le scatole piene, nel trovare la squadra da simpatizzare, tifare, e spingerla fino a farla diventare la Nazionale rivelazione. La gamma di scelta si presenta molto vasta: Per le classi più abbienti si suggerisce di puntare su Panama, che ricambierà il sostegno ricevuto aprendovi un conto corrente fittizio. Per chi ama distinguersi è ben presente l’opzione Islanda, sapendo che l’originalità dell’azzardo sarà apprezzato dalle ragazze in cerca di originalità. Chi invece si vuole affidare al vecchio metodo “n’do coglio coglio” può indossare un chimono e sorridere senza apparenti motivi, per diventare un vero supporter del Giappone. Se si vuole sfidare la cabala, pronti con le note di Cielito lindo e forza Messico, squadra che partecipa praticamente sempre, ma l’unico segno che di solito lascia è l’odore di peperoncino in aria. Per narratori e sognatori ogni compagine Africana può essere quella giusta: Dal Senegal  al Marocco, dalla Nigeria fino all’Egitto, la simpatia è assicurata, il risultato finale un po’ meno.  Va bene, forse non saranno “notti magiche”, ma è comunque un gioco che vale la pena vivere.

 

Marco Pigliapoco

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