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JESI LAVORI FERMI, ALLE PROMESSE NON SEGUONO MAI I FATTI

JESI, 19 maggio 2018 – Poco più di un mese fa, a seguito delle lamentele da parte di molti cittadini, il Comune emise un comunicato stampa per spiegare le ragioni per le quali i lavori su due centralissime piazze cittadine erano fermi, ormai da troppe settimane; in un caso “responsabile” del fermo sarebbe stata la Soprintendenza, nell’altro le condizioni meteorologiche del momento.

Per primo “caso” ci riferiamo ai lavori in corso in Piazza Pergolesi, di fronte il Santuario della Madonna delle Grazie, nell’altro i lavori riguardavano la ricopertura degli scavi di Piazza Colocci.

Per quanto riguarda lo spostamento del monumento al compositore jesino Giambattista Pergolesi (da molti giudicato pericoloso per l’integrità dell’opera d’arte) la giustificazione del fermo dei lavori era nel fatto che “La Soprintendenza, preso atto di alcune ossa ritrovate nei primi saggi di scavo, ha ritenuto indispensabile la sorveglianza continua da parte di un archeologo durante tutte le operazioni di scavo e di movimentazione terra. L’archeologo che era stato a suo tempo individuato per una presenza saltuaria così come era stato condiviso allora con la Soprintendenza – si leggeva nel comunicato diffuso da Comune – a causa di impegni personali non ha potuto dare la disponibilità delle presenza costante, pertanto si è reso necessario procedere all’individuazione di un nuovo soggetto”.

Questa operazione, si disse ad inizio aprile, si sarebbe concretizzata il venerdì successivo al giorno di emissione del comunicato, vale a dire il 13 aprile in modo che “da lunedì prossimo (16 aprile) si potranno riprendere i lavori interrotti prima delle festività di Pasqua”.

Niente di tutto ciò. Da settimane, ci dicono i gestori dell’edicola, il cantiere è ancora fermo, la piazza è tutta sottosopra, i negozi continuano a lamentare la drastica riduzione di clienti, i cittadini sono in attesa che il tutto si risolva quanto prima.

E veniamo a Piazza Colocci. Anche qui nel cantiere non si vede anima viva. Nel comunicato del 10 aprile si diceva che era “necessario che il cantiere, con i reperti presenti, sia perfettamente asciutto per procedere ad una corretta pulitura e copertura così come condivisa dalla Soprintendenza (ancora lei ndr) e poi alla successiva ripavimentazione”.

In effetti, dopo pochi giorni da quel 10 aprile, le condizioni meteorologiche sono migliorate, il sole ha fatto nuovamente la sua apparizione consentendo l’intervento del personale dell’impresa che ha provveduto a pulire il fondo e a sradicare l’erba che nel frattempo era cresciuta. Conclusa questa operazione si attendeva il passaggio alla fase successiva, vale a dire la copertura di tutti i reperti murari  con appositi teli per poi procedere “al riempimento con la terra, al rifacimento della massicciata e al successivo ripristino dei sampietrini”.

Tutte parole scritte sulla carta; dopo la pulizia, infatti, nulla è più successo in piazza Colocci.

Anzi non, qualcosa è successo, è cresciuta la rabbia dei cittadini per l’ennesima incompiuta e il rammarico dei turisti per i disagi che debbono sopportare per visitare le opere del Valeri o le esposizioni d’arte che si susseguono a Palazzo Bisaccioni.

Chi sa quando, finalmente, si passerà dalle parole ai fatti.

sedulio brazzini

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