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Cronaca

Jesi Contro la violenza di genere, il progetto di Asp 9 nelle scuole

Lezioni teoriche e giochi esperienziali per insegnare a riconoscere i comportamenti violenti, coinvolti 6 istituti superiori della città per un totale di oltre 700 studenti

Jesi – Partire dai giovani per seminare nuove buone pratiche nel linguaggio e nel comportamento a favore della parità di genere, contro gli stereotipi patriarcali, le azioni di controllo e la mancanza di rispetto verso le donne, che spesso sfociano in parole o comportamenti violenti.

Sono questi i presupposti del progetto Rispettiamoci: con la scuola per dire no alla violenza di genere“, svoltosi nell’anno scolastico 2022-2023, rivolto agli istituti superiori della città, promosso da Asp Ambito 9, in collaborazione con lo sportello antiviolenza Casa delle donne e con la Consulta per le donne e le pari opportunità del Comune di Jesi.

«L’obiettivo del progetto è fare riflettere gli adolescenti e le adolescenti sul tema della violenza maschile contro le donne – ha spiegato Gianfranca Schiavoni, presidente di Asp Ambito 9 – in un’ ottica di superamento degli stereotipi. L’emancipazione femminile incontra ostacoli talmente radicati che sembrano vincoli, rafforzati dagli atteggiamenti dell’ uomo che è impreparato all’indipendenza economica, emotiva e relazionale della donna e non la accetta. Nonostante la Convenzione di Instambul sia stata approvata nel 2011, ancora non c’è accettazione della parità di genere».

Il progetto di sensibilizzazione nelle scuole, che è alla seconda edizione, ha coinvolto le classi seconde di sei istituti superiori della città – il Liceo Artistico E. Mannucci, il Liceo Classico Vittorio Emanuele, il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci, l’Iis Cuppari-Salvati, l’Iis G. Galilei, l’Iis Marconi Pieralisi – per un totale di oltre 700 studenti e studentesse.

Le attività svolte all’interno delle classi hanno coinvolto due operatrici esperte in accoglienza, di cui una psicologa, appartenenti all’associazione Casa delle Donne. Non solo incontri teorici ma anche giochi esperienziali per attivare la risposta emotiva dei ragazzi e calare i temi della violenza e del rispetto nei loro vissuti quotidiani.

«Dai questionari sottoposti ai ragazzi durante gli incontri è emerso come la maggior parte di loro (il 90%), sia informato sulla violenza di genere e ne senta parlare soprattutto dai social, ma nella pratica conoscono il problema superficialmente e normalizzano alcuni comportamenti nella vita di coppia, come il controllo del telefonino o dell’abbigliamento della fidanzata, facendo fatica a individuarli come limitazioni della libertà individuale», ha spiegato la responsabile dell’Unità operativa minori e famiglie di Asp 9, Silvia Tomassoni.

«In base ai dati del Centro antiviolenza provinciale, sono 130 le donne che ogni anno denunciano la violenza subita. Quest’anno siamo già a 64 casi. Questo denota una maggiore tendenza delle donne a denunciare, soprattutto dopo il caso di Giulia Cecchettin, spesso sono anche i genitori a chiamare quando vedono segnali di violenza».

I segnali da riconoscere come prime avvisaglie di violenza costituiscono anche la domanda più frequente che hanno rivolto i giovani studenti alle formatrici, mostrando la voglia di conoscere più approfonditamente le varie forme di violenza e i tipi di comportamento e di linguaggio da cui prendere le distanze.

«Progetti come questo servono per dare vita ad un’azione continuativa che vada al di là delle date convenzionali in cui si denuncia la violenza di genere – ha detto il sindaco Lorenzo Fiordelmondo -. La scuola è la platea naturale cui rivolgersi per le campagne di sensibilizzazione, anche se il tema della violenza è molto più diffuso tra gli adulti ed evidenzia, nelle reazioni e nelle richieste di controllo, fragilità umane su cui lavorare».

«In Asp i giovani possono trovare punti di riferimento a cui rivolgersi».

(foto in primo piano: Silvia Tomassoni, Gianfranca Schiavoni e Lorenzo Fiordelmondo)

© riproduzione riservata

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