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Cronaca

Castelbellino «Ciao Simone, amico dall’animo gentile»

La Sala Margherita Hack non è riuscita a contenere i tanti amici che oggi hanno voluto salutarlo, «era un uomo buono»

Castelbellino – Un grande Crocifisso ha fatto da sfondo alla Sala Polivante Margherita Hack di Stazione dove oggi pomeriggio sono stati officiati i funerali di Simone Filipponi, 54 anni, tragicamente scomparso in un incidente sul lavoro lo scorso 19 gennaio.

Quel Crocifisso sembrava volesse abbracciare non solo Simone ma un’intera comunità che si è stretta intorno al dolore della famiglia.

«Di fronte alla morte del nostro fratello Simone sono tante le domande, giuste, che ognuno di noi si pone, ma non ci sono risposte a queste domande, nessuno ha la risposta al perchè di tanto dolore, la possiamo solo trovare alzando gli occhi e guardando il Crocifisso», le parole del vescovo Gerardo Rocconi, che insieme a don Federico Rango, don Paolo Tomassetti e don Cristiano, amico della famiglia, hanno concelebrato il rito funebre.

La Sala Margherita Hack non è riuscita a contenere i tanti, amici e conoscenti, che hanno voluto salutare per l’utima volta, «un uomo buono».

Una famiglia provata dal dolore per la seconda volta, come ha ricordato don Gerardo nell’omelia, toccanti le parole della figlia Ambra, rotte dal pianto, che con grande forza d’animo ha voluto salutare il suo papà.

«Tu che hai sempre voluto il meglio per noi, non potremo più incrociare il tuo sorriso ma ti terremo sempre nel nostro cuore, ti vogliamo tanto bene».

Anche gli amici di sempre lo hanno voluto ricordare come una persona buona, altruista, con forti valori umani, «quel lavoro che amavi tanto ti ha portato via, ma siamo certi che col tuo sorriso veglierai su di noi, ciao Simo, fai buon viaggio amico dall’animo gentile».

Anche il sindaco Andrea Cesaroni ha voluto sottolineare la sua vicinanza e quella di un’intera comunità, per questa prematura scomparsa, «fa male pensare di partire la mattina senza fare più ritorno».

Tante le manifestazioni di solidarietà, anche dal mondo del lavoro, «ma ora è il momento del silenzio e della preghiera».

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