Segui QdM Notizie

Cronaca

Jesi Cnh, i Sindacati: «Non si può morire sul posto di lavoro» – Video

Il cordoglio dei rappresentanti sindacali intervenuti dopo l’incidente mortale di stamattina, messa in libertà di tutti i dipendenti fino a lunedì

incidente mortale cnh

Jesi – Profondo sgomento, incredulità e dolore nello stabilimento Cnh Industrial, tra i dipendenti e i rappresentanti sindacali, dopo il gravissimo incidente verificatosi stamattina ai danni di un lavoratore, titolare di una ditta esterna, di Castelbellino, che ha perso la vita mentre effettuava un intervento di manutenzione sul tetto del sito produttivo.

Sul posto sono accorsi i rappresentanti delle segreterie sindacali e delle Rsa di stabilimento, per manifestare il cordoglio per quanto accaduto e la vicinanza alla famiglia della vittima.

«Siamo tutti molto addolorati, è grave che ancora nel 2024 sia possibile morire sul posto di lavoro», ha sottolineato Lorenzo Morganti, delegato Rls per la Fiom Cgil.

«Non si può pensare di andare a lavoro e non tornare più a casa – ha aggiunto addolorato, raccontando del clima che si respirava nello stabilimento della zona industriale dopo l’accaduto -. Ci sono lacrime, sgomento, incredulità e tanti pensieri, perché per alcuni andare a lavoro ogni mattina sembra diventata un’impresa, almeno per certi settori produttivi».

I rappresentanti sindacali, riuniti davanti alla Cnh

Subito dopo l’accaduto, le rappresentanze sindacali hanno chiesto all’azienda la messa in libertà dei dipendenti per tutti e due i turni, richiesta approvata da Cnh. Così nel silenzio i lavoratori hanno lasciato lo stabilimento facendo ritorno a casa, riprenderanno le attività solo lunedì prossimo.

«Siamo qui per manifestare la nostra solidarietà alla famiglia della vittima e per protestare contro le morti sul lavoro», ha aggiunto Lorenzo Morganti.

«Ancora un incidente, ancora un infortunio mortale. Questa situazione nel nostro Paese è diventata inaccettabile», hanno denunciato le rappresentanze sindacali Fim, Fiom, Uilm, Aqcf, in un comunicato congiunto, sottolineando che «la salvaguardia della vita e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori deve essere un dovere dello Stato, delle Istituzioni e delle Associazioni Industriali».

«Non si investe sulla sicurezza e sulla formazione – ha ribadito Vincenzo Gentilucci, segretario generale Uilm Ancona, intervenuto stamattina sul posto -. Gli investimenti in formazione sembrano solo dei costi, invece devono costituire un obiettivo comune per aziende e lavoratori, va fatto un passo avanti in modo da evitare il verificarsi di situazioni come quella accaduta oggi».

«Gli accertamenti sulla dinamica sono in corso ma indubbiamente abbiamo ancora un caso di morte sul lavoro. Basta morti sul lavoro».

Ora le proteste e lo sgomento della mattina hanno lasciato il posto a un silenzio surreale, quello del cordoglio e del rispetto per una vita che non c’è più.

© riproduzione riservata

News