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JESI IL GIORNALISMO SECONDO PINO SCACCIA, OSPITE DEL CLUB NOVA AESIS

pino2JESI, 25 maggio 2016 – «Non sono stato soltanto un inviato di guerra».

Pino Scaccia, grande nome del giornalismo televisivo, ha sgombrato subito il campo. Perché, se ha raccontato decine di guerre in veste di reporter, ci ha anche portato a casa, «incursioni nella mafia russa, in Messico, in Libia, nella cronaca di tutti i giorni», come ci ricorda lo stesso Giovanni Filosa, ospite e grande amico del nostro, nella serata organizzata dal club NovAesis all’hotel Federico II, lo scorso fine settimana. E anche noi lo abbiamo rivisto con piacere, dopo tanti anni…

Come sempre, a fare gli onori di casa il presidente, Fabio Bertarelli, il vice, Giancarlo Catani, e Laura Cavasassi. Tra gli ospiti, anche il presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi.

Sul tavolo la questione del «giornalismo che cambia», sulla scia dell’ultimo libro di Scaccia, il nono, che vi invitiamo a leggere,  “Il giornalismo – ritorno al futuro”.pino3

Non ha fatto sconti l’ospite d’onore, quando ha affermato che, parlando del nuovo assetto dell’informazione ingenerato dall’irrompere prepotente dei social, «non è possibile che tutti siano giornalisti, non è possibile che ci si inventino notizie, è un gioco al massacro. Per salvarsi il giornalismo deve ritornare alle regole basilari, non ne servono di nuove, ci sono. Ognuno può esprimere una opinione, lo sancisce la nostra Costituzione, ma informare è diverso, ci vogliono i professionisti, oggi sta saltando tutto ».

Non solo, ma «quando un giudice decide che Barbara D’Urso può fare interviste, allora è la fine…».

In questo villaggio globale nel quale viviamo, nel quale ci assalgono anche  notizie inventate o appena accennate è difficile salvarsi. Siamo più liberi? «E’ da dimostrare. Ma è comunque il grande rischio della comunicazione di oggi, dove anche i giornali e la tv si trasformano per rincorrere i tempi del cambiamento».

pino4La tv, appunto. E la Rai che pesca le incompetenze di fuori piuttosto che valorizzare le competenze che ha al suo interno. Con la politica a fare da contorno.

Poi, momenti di un giornalismo d’altri tempi, ricorda Filosa, «quando c’erano pochissimi mezzi  e tantissima voglia di raccontare davvero cosa stava succedendo intorno a noi. Con Pino ci siamo conosciuti all’inizio degli anni ‘70 al Corriere Adriatico da cui, poi, lui ha spiccato il volo per cavalcare il cavallo di viale Mazzini. E, come un novello Orlando, ha girato per le strade del mondo per arrivare a raccontarsi davanti ai soci del NovAesis».

L’ultimo appunto, sempre di Giovanni: «Non sono mancate punzecchiature con il mitico, soprattutto perché mi ha sempre dato dell’anziano, a me che ho solo tre mesi più di lui».

Ma gli stessi anni: 70. Una nuova giovinezza.

(p.n.)

 

 

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