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Cronaca

Jesi Lo Iom replica e arriva nell’Area Vasta 3

Saranno le città di Macerata, San Severino, Appignano e Treia a sperimentare il nuovo servizio sanitario a domicilio sul modello di Jesi

di Tiziana Fenucci

Jesi, 28 ottobre 2022 – «Un modello che funziona va replicato – ha esordito la dott.ssa Nadia Storti direttrice generale Asur – da queste settimane lo Iom va in tournée e offrirà anche al territorio dell’Area vasta 3, di accedere al servizio di assistenza a domicilio». 

Saranno 4 gli infermieri professionali messi a disposizione dall’Asur per coprire le città di Macerata, Appignano, San Severino e Treia, nell’assistenza domiciliare dei malati oncologici. A cui si aggiungono 2 medici, una psico-oncologa e un operatore sanitario. Sulla base della collaborazione tra Iom e Asur, nata ormai 23 anni fa, anche in Area Vasta 3 si cercherà di replicare il modello assistenziale domiciliare proposto dallo Iom di Jesi.

«Stiamo provvedendo a formare queste figure professionali – ha spiegato Angelo Galasso, coordinatore infermieristico per l’assistenza oncologica, nello Iom dal 2000 -, cercando di trasferire anche a loro le nostre conoscenze ed esperienze in ambito domiciliare, attraverso un periodo di affiancamento: prima sono venuti loro da noi ad assisterci ed ora saremo noi a seguire loro direttamente nella realtà di Area Vasta 3, che finora non ha potuto contare su questo tipo di servizio».

A coordinare le città di Macerata, Appignano e Treia sarà la dott.ssa Silvia Marzocchini, per San Severino la dott.ssa Benetta Ferretti

«Nel corso di questi anni la collaborazione del reparto di oncologia di Jesi con lo Iom è diventata sempre più efficace – ha sottolineato Nadia Storti – e la qualità dell’assistenza sempre più alta». 

Tale sinergia ha permesso di creare un percorso di continuità assistenziale nella cura del malato oncologico, tra ospedale e domicilio, ed è un prezioso supporto per il paziente e per tutta la famiglia, soprattutto nella gestione della fase terminale, in cui il malato può essere seguito a casa, godendo del calore dei suoi familiari e «potendo contare su un servizio di assistenza h 24 e su di un supporto medico e psicologico, fondamentale in fasi così delicate, che restituisce dignità al paziente», ha spiegato il dottor Marcello Campolucci, dirigente professione sanitaria Jesi-Fabriano. Una presa in carico del paziente a tutto tondo, hanno confermato Katiuscia Mame e Giovanna Carbonari, coordinatrici dell’area infermieristico ostetrica – Area Vasta 2.

«Per me lo Iom significaIn Ogni Momento tu non sei solo – ha detto entusiasta Anna Quaglieri, la presidente -. Questa è l’essenza del nostro servizio. Da quando è stato fondato, 26 anni fa, lo Iom ha sempre avuto a cuore le famiglie del territorio di Jesi, replicare questa esperienza in altri territori rappresenta il mio dono a questa città che mi ha sempre accolto e voluto bene».

Una realtà, quella del volontariato Iom, che ha speso dalla sua nascita ad oggi, ben 5 milioni 647 mila euro dedicati alle attività di assistenza ai malati.

«Mi rendo conto che replicare questo servizio in un altro territorio richiede un lavoro complesso – ha detto Marialuisa Quaglieri, la direttrice – ma abbiamo a che fare una realtà sanitaria lungimirante che ha accettato di superare gli ostacoli burocratico / amministrativi per andare nella direzione del paziente, della sua presa in cura a 360 gradi. Ringrazio la dottoressa Corsi, responsabile Area Vasta 3, che ha creduto in questo progetto e l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, che si è speso per fare in modo che questa collaborazione andasse in porto».

Un connubio tra pubblico e privato che, come è emerso dalle parole del dottor Luciano Giuliodori, ha permesso di portare direttamente a casa del malato le cure ospedaliere, anche le terapie palliative che nel corso di questi anni si sono evolute, ma che per essere effettuate a casa richiedono un’alta qualità della prestazione sanitaria.

«Il pubblico dà un indirizzo nell’assistenza sanitaria, con regole e procedure, il volontariato mette in campo umanità ed empatia con i pazienti e ci rende tutti migliori» ha sottolineato detto il dottor Marcello Campolucci.

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