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JESI PASSANO I MESI MA LE OPERE RESTANO AL PALO

Piazza Pergolesi e Piazza Colocci sono solo la punta dell’iceberg dei lavori da concludere

 

JESI, 7 gennaio 2019 – Passano i mesi e gli anni, cresce in città il numero delle opere pubbliche incompiute; lavori non terminati per vari motivi il più importante dei quali si identifica con un vocabolo purtroppo molto tristemente conosciuto dagli italiani: la burocrazia.

Attualmente le opere più importanti iniziate e ancora non terminate sono: la sistemazione di Piazza Pergolesi con lo spostamento del monumento eretto a ricordo del grande compositore jesino; a questo si aggiunge l’intervento di riqualificazione di Piazza Colocci. Entrambi i lavori sono fermi da diverse settimane e al momento non si conosce ufficialmente quando riprenderanno e, soprattutto, quando saranno terminati.

Andiamo con ordine. I lavori di sistemazione di Piazza Pergolesi, con relativo spostamento del monumento, furono consegnati all’impresa appaltante il 7 febbraio dello scorso anno; il costo previsto per l’intervento è di €. 544.539,00 ed il tempo previsto per il completamento erano 180 giorni. Nel corso dei lavori sono sopravvenuti imprevisti di vario genere, tra i quali il rinvenimento di ossa umane che ha richiesto l’intervento della sovrintendenza regionale per stabilire il prosieguo de lavoro. Non solo. Altro motivo di ritardo è stato la collocazione definitiva dell’opera statuaria dell’artista carrarese Alessandro Lazzarini, in un primo momento prevista al centro della piazza, poi in posizione meno arretrata.

Oggi il cantiere sembra completamente abbandonato; situazione che danneggia seriamente le attività commerciali che si affacciano su quella piazza i titolari delle quali si chiedono continuamente quando finirà questa situazione che si sta prolungando ben oltre il termine previsto dal capitolato d’appalto, stabilito ad inizio novembre.

Tutto sommato il ritardo nel completamento dei lavori in Piazza Pergolesi potrebbe essere accettabile, se si considera che il lavoro di rifacimento del selciato di Piazza Colocci doveva essere terminato 120 giorni dopo la consegna dei lavori, avvenuta il 5 giugno 2017, che prevedeva un costo di €.151.298,70. A tutt’oggi, inizio del 2019, i lavori sono in alto mare e, cosa che lascia molto da pensare, sono fermi da troppe settimane. La piazza così com’è non può essere utilizzata, né come parcheggio per i residenti, né come spazio per lo svolgimento del mercato settimanale. Anche in questo caso la responsabilità di tutto non è tanto dell’impresa, quanto della burocrazia che nei mesi passati e tutt’oggi ha imposto freni al procedere regolare dei lavori.

In questo caso, oltre agli immancabili ritrovamenti di sepolture (prima dell’avvento di Napoleone i morti venivano sepolti in prossimità delle chiese)  sono stati portati alla luce anche dei resti di antichi fabbricati esistenti al di sotto del piano stradale. Quando tutto sembrava risolto ed i lavori di rifacimento del selciato erano ripresi gli stessi sono stati interrotti a metà, così che oggi mezza piazza è pavimentata, l’altra metà tutta da fare.

Questi sono due esempi di come i lavori pubblici si sa quando iniziano e mai quanto terminano; ma non sono gli unici. Basti pensare ai lavori nel palazzo che un tempo ha ospitato il carcere mandamentale e della situazione in cui si trova un fabbricato del secolo scorso acquistato da un ministero nazionale e mai utilizzato.

(s. b.)

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