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Jesi Riforma dello sport, se n’è parlato al Panathlon

Dovrebbe entrare in vigore, nella sua interezza, nel giro di pochi mesi, da una parte riconosce diritti e dignità al lavoro sportivo e dall’altra consente ai datori di vedere semplificati gli adempimenti

Jesi – L’interessante serata intitolata “La riforma dello sport: a che punto siamo?”, promossa dal Panathlon Club, che ha avuto come relatore il dottor Giuliano Sinibaldi, commercialista e componente, fra le altre mansioni, del Comitato di redazione Fisco sport, come moderatore il dottor Marco Porcarelli, presidente della Consulta dello sport del Comune, del vicesindaco e assessore allo sport Samuele Animali, del dottor Fabio Luna, presidente del Coni Marche e del presidente del Panathlon di Jesi, dottor Andrea Moriconi, ha lasciato mille domande ancora sospese.

Una serata, cui ha presenziato anche il vice Governatore dell’Area 5, dottor Stefano Ripanti, molto seguita e sentita dai vari esponenti che erano presenti in sala. Della riforma dello sport si parla di anni. Dovrebbe entrare in vigore, nella sua interezza, nel giro di pochi mesi ma, cammin facendo, la strada che porta alla fine del viaggio, lungo e tortuoso, crea nuove domande, aspetta nuove risposte e, soprattutto, si imbatte nella difficoltà di infrangere usi e, soprattutto, consuetudini, che cambieranno il mondo del lavoro sportivo.

Il decreto di cui si è parlato nell’affollato incontro promosso al Circolo Cittadino, e che ha coinvolto addetti ai lavori e numerose istituzioni e Società sportive, costituisce uno strumento significativo nella promozione e nello sviluppo dello sport in Italia ed è il risultato di un lungo processo di consultazione e collaborazione con gli stakeholder del mondo dello sport, tra cui atleti, federazioni sportive, organizzazioni non profit e altri attori chiave.

L’obiettivo principale di questa riforma è quello di creare un ambiente sportivo più equo, sostenibile e inclusivo per tutti i cittadini italiani.

Una riforma che da una parte riconosce diritti e dignità al lavoro sportivo e dall’altra consente ai datori di lavoro di vedere semplificati gli adempimenti, costruita sui tre pilastri delle tutele, della semplificazione e della trasparenza.

Diverse circolari sono in attesa di decreti attuativi, per poter, ad esempio, inquadrare i cosiddetti lavoratori sportivi, ma la situazione vede Società e Federazioni ancora galleggiare nell’ambito dell’interpretazione.

Restano i nodi, per esempio, della collocazione del lavoratore sportivo e del collaboratore volontario, dell’identificazione delle mansioni necessarie per lo svolgimento dell’attività sportiva e via dicendo.

La serata è stata lunga e interessante, soprattutto vivacizzata dalle domande poste al relatore da esponenti delle più svariate discipline ancora non consapevoli di come cambierà il modo di intendere il lavoro nel mondo dello sport. 

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