Segui QdM Notizie

Attualità

FABRIANO DAL MEDIOEVO UN LABORATORIO DI EDUCAZIONE ALIMENTAZIONE

FABRIANO, 23 giugno 2018 – Mangiare nel medioevo: scoprire il colore, il profumo ed il “rumore” di quello che nel 1300 la città della carta offriva ai suoi cittadini dal punto di vista alimentare. Un “gioco” di conoscenza che ha visto protagonisti bambini dai 6 ai 10 anni nella due giorni di laboratori organizzata nei giorni scorsi tra gli eventi del Palio di San Giovanni Battista.

Scoprire da “dove vengono” certi alimenti, che forma hanno in origine fino ad arrivare al suono prodotto. Ecco, un gioco vero e proprio per capire quanto sia cambiato nelle giovani generazioni il modo di interagire con gli alimenti della tavola. 14esimo o ventunesimo secolo poco importa.

Un laboratorio dove prendere coscienza del cibo, dove comprendere quanto sia cambiato il modo di mangiare il modo di mangiare e quanto sia importante rispettare ogni prodotto alimentare. Conoscere la tradizione medievale fabrianese e declinarla anche al presente attraverso l’interazione con le operatrici che hanno curato i laboratori, per un evento realizzato in collaborazione con Labideee e lo Studio di Psiconutrizione J&J.

“Insieme alla mia collega, la biologa nutrizionista la Dottoressa Jane Romaldoni – spiega la Psicologa Jessica Stroppa – collaboriamo da un il Laboratorio delle Idee da più di un anno portando avanti un progetto chiamato EduEat.”.

Un progetto che nasce alla collaborazione tra l’Università di Macerata e il Laboratorio delle Idee (con la Dottoranda Giulia Messere) e si rivolge a tutti coloro che ne condividono i principi, perché il cibo è un diritto. Mangiare è un atto complesso e in quanto tale un’alimentazione adeguata è responsabilità non solo personale ma soprattutto politica e sociale. Bambine e bambini hanno diritto alla consapevolezza di ciò che mangiano anche attraverso la collaborazione tra scuole e famiglie con lo scopo di collaborare per garantire azioni di educazione alimentare in grado di salvaguardare sia il piano personale, che politico, sociale e culturale, sostenendo processi di crescente consapevolezza.

Un laboratorio con prodotti tipici delle tavole del 1300, osservati, scoperti e rispettati: perché il gioco è importante ma il rispetto per quello che ha prodotto la terra ancora di più. Alla fine dei laboratori infatti il cibo utilizzato è stato poi destinato all’alimentazione animale in maniera tale da non sprecare neanche un grammo di quanto imparato durante le giornata di educazione alimentare.

“Non potevamo sviluppare questi laboratori in un periodo migliore – conclude Jessica Stroppa – perché il palio ha il suo cuore nelle osterie, a stretto contatto con il cibo e con quello di derivazione medievale”.

(s.s.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

News