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Cronaca

JESI UNIVERSITA’: SI VA VERSO L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO PREVENTIVO MA IL CDA E’ CHIAMATO A DARE CONCRETEZZA AL SALVATAGGIO

Gabriele Fava, presidente della Fondazione Colocci

Gabriele Fava, presidente della Fondazione Colocci

JESI, 19 aprile 2016 – E’ un periodo di intenso lavoro, questo, per la Fondazione Colocci che gestisce la nostra università.

Perché oltre al normale iter quotidiano che affronta qualsiasi ateneo, c’è in ballo, come è noto, anche il futuro stesso di questa sede distaccata di Macerata. Sia per problemi economici, legati al mancato approvvigionamento finanziario da parte della Fondazione Carisj (311 mila euro) a sua volta stangata dal crack di Banca Marche, sia perché qualcuno comincia a storcere il naso sull’effettivo valore di questa presenza nel nostro territorio. Presenza che dà sicuramente lustro alla città ma che ora appare, come dicevamo, a qualcuno, ingombrante.

1Stando, comunque, ai passi ufficiali, si è riunito il Consiglio di amministrazione, lo scorso 11 aprile, che ha proceduto all’approvazione del preventivo 2016 registrando un disavanzo di 251 mila euro, pari al contributo previsto dalla Carisj meno i 60 mila reperiti, vale a dire:  30 mila euro dalla Fondazione Carisj e 10 mila ciascuno da Circolo Nathan, Centro sociologico, Fondazione Marche.

Il disavanzo verrà ripianato, come sottolinea il presidente della Colocci, Gabriele Fava, «attingendo agli avanzi di gestione degli anni precedenti».

Tra una settimana, il 26 aprile, il Cda sarà chiamato ad approvare la proposta di bilancio consuntivo 2015, che chiude in pareggio, e il giorno dopo, 27 aprile, l’assemblea dei soci fondatori dovrà approvarlo assieme al preventivo 2016.

Ci si aspetta da questa riunione in programma che finalmente i partecipanti portino al tavolo strategie e soluzioni per dare concretezza all’opera di salvataggio che si sta tentando di fare, Sindaco in testa.

«La presenza della sede universitaria a Jesi – ribadisce Fava – costituisce una funzione di crescita culturale e di alta formazione del cittadino. Se, poi, si aggiunge che circa tre quarti degli studenti della nostra sede provengono dalla nostra città e dalla Vallesina, si comprende come, per le famiglie interessate, la prossimità comporti un contenimento della spesa e dia facilità di accesso. Non a caso ai corsi jesini si iscrivono appartenenti a gruppi sociali in precedenza esclusi dall’istruzione universitaria e più del 70% dei giovani laureati ha genitori che non posseggono la laurea».

Non solo. Ma va anche considerato che la Fondazione supporta dal punto di vista operativo l’orientamento in uscita degli studenti. Possono essere considerate ulteriori attività per indirizzarli al mondo del lavoro, infatti, le iniziative di confronto tra l’offerta formativa e le opportunità professionali presenti sul territorio, i cicli di seminari per la formazione continua dei consulenti del lavoro e le visite aziendali che vengono organizzate nell’ambito dei corsi.

E poi ci sono i numeri, che parlano da soli e che abbiamo avuto già modo di pubblicare: quelli, a differenza del politico di turno, non mentono mai. E ci dicono chiaramente che il numero degli iscritti nella sede di Jesi cresce continuamente «in controtendenza – spiega ancora Fava – con l’andamento regionale e nazionale».

E’ una partita delicata quella che si sta giocando. E anche su più tavoli. Con proposte che arrivano da tutte le parti, quelle sì, anche se di veri soldi ancora poco o niente.

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