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CHIARAVALLE Se n’è andato Peppe Tomassoni, un uomo buono

Aveva avuto complicazioni ma i familiari vogliono vederci chiaro, era stato un bomber della Biagio e Chiaravalle lo piange

CHIARAVALLE, 12 febbraio 2021 – Era un uomo buono, generoso, umile e gentile. Ecco perché tutti piangono “Peppe” Tomassoni, un chiaravallese conosciuto da tutti e a cui tutti erano affezionati, che se n’è andato in punta di piedi ad appena 68 anni all’ospedale di Torrette dove era ricoverato da qualche mese.

Se n’è andato in silenzio Giuseppe Tomassoni, come in silenzio, lontano dal caos e dalle luci, amava vivere, con la sua famiglia, la moglie Maria Assunta, la figlia Emily, il genero Luca e l’adorato Alessio, una ragione di vita. Eppure avrebbe potuto a buon diritto avere un posto al sole visto che era stato un bomber della Biagio Nazzaro.

Peppe Gol era un attaccante atipico, dinoccolato e particolare ma in campo ci sapeva fare e la porta la vedeva talmente bene che segnava grappoli di gol. Poi, dal 1976 aveva iniziato a lavorare come ragioniere all’Abd, storica azienda locale e per un breve periodo alla Brummel. Era legatissimo all’Abd e anche dopo la pensione raggiunta nel 2017 ricordava con piacere il lungo periodo trascorso nella ditta.

Ha sofferto Peppe, ha vissuto un calvario lungo 5 mesi attraversati dal dolore e, anche se era forte e sempre pronto alla battuta e a sdrammatizzare, i familiari non si danno pace perché nessuno ha detto loro con precisione le cause della morte. Era stato ricoverato una prima volta in settembre per via di dolori addominali causati da calcoli biliari: patologia che sembrava superabile. Era solo l’inizio dell’odissea.

A Torrette in ottobre aveva contratto il Covid ma la malattia l’aveva superata brillantemente. Tempo dopo si sono presentate gravi complicazioni, una brocopolmonite, una grave pancreatite e un blocco intestinale. Moglie e figlia non si danno pace.

«Non si può morire a 68 anni così. Lo hanno lasciato solo e neppure noi lo abbiamo potuto assistere come avremmo voluto. Vogliamo vederci chiaro e andremo fino in fondo».

Resta l’affetto profondo e genuino di tanti che lo hanno conosciuto e che hanno manifestato il loro dolore alla famiglia e lo piangono disperatamente.

«Era buono e affabile, positivo e sorridente, non doveva andarsene così».

Gianluca Fenucci

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