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CHIARAVALLE Stefano Roselli: «Malato di Covid ho visto la morte in faccia»

«Capisco i timori di chi non vuole iniettarsi il siero ma la strada giusta è vaccinarsi perché il virus può aggredire in modo pesante e si rischia davvero la vita»

CHIARAVALLE, 9 settembre 2021 – «Ad una mia amica anestesista, la dott.ssa Lucia Romagnoli, che mi ha seguito amorevolmente quando ero ricoverato in rianimazione all’ospedale di Senigallia ho chiesto quanto avevo rischiato di morire da 1 a 10: lei mi ha risposto 9».

Stefano Roselli ha 50 anni, dal 2012 è il titolare del Parco dei Sapori, apprezzata pizzeria del centro commerciale La Manifattura di Chiaravalle.

Rosselli parla con la voce rotta dall’emozione della sua esperienza di malato grave di Covid.

«Molte persone non sanno cosa accade da malato. Mi ero ripromesso che ne avrei parlato una volta guarito perché non a tutti accade la stessa cosa e perché ci sono medici e operatori che non lesinano sacrifici e impegno per salvare vite umane. E’ stato così anche per me all’ospedale di Senigallia. Me la sono vista brutta perché a me aveva aggredito anche organi importanti e in particolare il midollo».

Le tappe del calvario di Stefano Roselli sono state lunghe e durissime.

Stefano Roselli

«Avevo seguito una terapia preventiva ma il Covid ha attecchito lo stesso nonostante i farmaci: ho fatto 10 giorni a casa che stavo bene e al decimo giorno non respiravo più e il 118 mi ha condotto a Senigallia. La battaglia è stata lunga e ho sofferto molto: ho assunto tanto cortisone, indossato molti tipi di maschere, il casco e la paura mi assaliva. E’ arrivato il momento dell’intubazione e non sai se ti sveglierai: avevo già mandato due messaggi d’addio, alla mia compagna Giusy e a mio cugino a cui ho chiesto di prendersi cura di mio figlio di 6 anni».

Roselli pensa a quei momenti drammatici.

«Non dimenticherò mai quelle settimane. Ho visto persone che se ne sono andate, tra cui mio suocero di 65 anni, che era a pochi metri da me e che non si è più risvegliato».

Stefano Roselli lancia un appello.

«E’ brutto vedere la guerra che è in atto. Capisco i timori di chi non vuole iniettarsi il siero ma dico che la strada giusta è sottoporsi al vaccino perché il Covid può aggredire in modo pesante e si rischia davvero la vita. Ho vissuto un’esperienza tremenda e il 24 settembre farò la mia dose di vaccino».

Gianluca Fenucci

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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