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Apiro

CINGOLI Covid-19, fondi ai Comuni: è scontro tra Saltamartini e Consalvi

A Cingoli andranno quasi 67 mila euro, ad Apiro quasi 15 mila e a Poggio poco più di 1.800. Saltamartini critica il Governo, Consalvi lo difende

CINGOLI, 31 marzo 2020 – È polemica a Cingoli per i fondi concessi dallo Stato ai Comuni per la gestione del Covid-19.

Al Balcone delle Marche, infatti, spetteranno quasi 67 mila euro. La cifra non ha convinto il vice-sindaco Filippo Saltamartini, mentre il consigliere comunale di minoranza Raffaele Consalvi difende la bontà della scelta del Governo.

L’ordinanza e le cifre

Il premier Giuseppe Conte

In base all’ordinanza 658/2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, firmata dal capo della Protezione Civile, Borrelli, i 400 milioni sono ripartiti in due quote: la quota a) viene individuata in proporzione al numero degli abitanti del Comune, mentre la quota b) è calcolata attraverso la media ponderata della distanza tra il valore del reddito pro-capite per ciascun Comune e il valore medio nazionale.

A questi fondi vanno aggiunti, inoltre, i 4,3 miliardi del Dpcm Cura Italia.

A Cingoli, comune di 10.082 abitanti, spettano 53.450,37 euro di quota a) e 13.488 euro di quota b), per un totale di 66.938,68 euro che affluiranno nelle casse comunali.

Ad Apiro, 2.196 abitanti, invece, ci saranno a disposizione 14.877,81 euro (11.642,23 + 3,235,57), mentre a Poggio San Vicino, 241 abitanti, spettano 1.831,01 euro (1277,68 + 535,34).

La critica di Saltamartini

Il vice sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini

Già l’altro ieri, prima dell’ufficialità, il vice sindaco di Cingoli, Filippo Saltamartini aveva criticato la scelta.

«È una mancetta quella di Conte – ha scritto sul suo profilo Facebook –  di 5 euro a testa per il supermercato. Hanno favoleggiato miliardi affidati ai Comuni per aiutare le comunità più colpite. In realtà sono solo la restituzione dei fondi della nostra fiscalità generale, che ci spettano in quota parte, perché tutti paghiamo allo Stato. Sono soldi già spesi e che servono per pagare il personale, l’illuminazione pubblica, i trasporti scolastici, insomma tutti i servizi comunali. Non sapremo certo come dividere l’enorme ricchezza che pioverà su ogni cittadino del nostro Comune, dopo il reddito di cittadinanza a seguito dell’abolizione della povertà. A Roma e nei loro Tg gli esponenti della maggioranza regalano soldi pubblici, promettono aiuti a tutti, ma nelle realtà delle cose, siamo noi, insieme a tanti cittadini, a cercare di arrivare in fondo al tunnel».

È chiaro il riferimento alla situazione della Casa di riposo.

«Ancora oggi – insiste Saltamartini – siamo alla disperata ricerca di mascherine e camici per i nostri medici, infermieri e operatori sanitari eroi che entrano a curare un reparto per acuti da Covid-19 nella struttura residenziale per anziani cingolana, abbandonata dall’Asur e dalla Regione Marche. Cerchiamo di essere consapevoli che il peggio con questi governanti potrebbe ancora arrivare».

In un commento sotto al suo post, Saltamartini ha poi precisato che i fondi andranno destinati a chi ne avrà più bisogno, su individuazione dei Servizi Sociali tramite un’attenta analisi di criteri e condizioni.

Il commento di Consalvi

Ma è arrivata anche la replica di Raffaele Consalvi, consigliere comunale di minoranza. «In piena emergenza coronavirus – ha scritto il capogruppo di Uniti per Cingolic’è chi si rimbocca le maniche e chi continua con le fake news per essere sempre in campagna elettorale. Di fronte ad una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, epocale, che coinvolge indistintamente tutti, noi anche per rispetto dei morti e al dolore da oltre un mese siamo stati in religioso silenzio. Altri, anche nel nostro piccolo Comune, non hanno avuto la dignità di fare altrettanto. Con un protagonismo smisurato e un ego del tutto fuori luogo, sono in perenne campagna elettorale come se nulla fosse accaduto. Lo schema di questi populisti è sempre lo stesso: banalizzano le questioni, seminano rabbia e paura e cercano il nemico di turno».

Raffaele Consalvi, ora Consigliere di minoranza per Uniti per Cingoli

Consalvi spiega, a suo avviso, la bontà dell’ordinanza.

«Il comune di Cingoli – dice – avrà in più 67 mila euro  (provvedimento tra l’altro concordato con i Sindaci nell’Anci ). È ovvio che se dividiamo la cifra per 10.000 abitanti il risultato è di quasi 7 euro, il costo di due colazioni o di un aperitivo. Se invece facciamo un discorso serio, il provvedimento serve esclusivamente per il mese di aprile a tutte quelle famiglie che si trovano in condizione di estrema povertà, che non riescono oggi a far fronte alla spesa alimentare. Se prendiamo per buone le statistiche esse ci dicono che oggi in assoluta povertà si trovano il 7- 8% delle famiglie italiane. Se questo dato lo trasliamo nella nostra realtà su un totale effettivo di 3.000 famiglie, parliamo di una platea di 210/230 famiglie a cui si potrà dare subito un aiuto concreto di 300 euro. Questa è la logica del provvedimento! E chi meglio dei Comuni attraverso i propri Servizi Sociali e le associazioni presenti sul territorio conoscono la propria realtà?».

Il capogruppo di Uniti per Cingoli chiude il suo intervento rivolgendosi agli avversari politici. «Continuare – conclude Consalvi – ad alimentare la propaganda strumentale in un momento in cui anche nella nostra realtà si piangono i morti e si prega per le persone ricoverate in terapia intensiva, lo troviamo del tutto fuori luogo. Noi preferiamo stare non tra coloro che hanno sempre qualcosa da ridire e protestare, ma con il Paese solidale che si rimbocca le maniche, come i medici, gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, che sono l’Italia migliore».

Giacomo Grasselli

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