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Jesi

COTTO E MANGIATO LA RUBRICA DI GIOIA MORICI

SCUTULARSI O NON SCUTULARSI: QUESTO È IL PROBLEMA

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Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, rinuncia al tuo nome e io non sarò più una Capuleti, ma una creatura ciambelloide  completamente asservita ai tuoi bisogni e alla tua volontà.

Ma quanto ci zerbiniamo per amore? Quanto, eh?? Ho visto donne completamente liquefatte agli usi e costumi del proprio partner, rintronate, andate, fulminate, perse e mai più ritrovate. Total black-out. Della serie: fai di me ciò che vuoi. Passami anche sopra con la macchina. Ma due o tre volte, che una non mi basta. E dopo che i pneumatici hanno lasciato i segni sulla faccia (c’è proprio la M di Michelin sullo zigomo), ho visto queste donne rovinarsi, torturarsi, flagellarsi e alla fine addirittura votare la propria vita con tanto di altarino e ceri rossi allo stronzo del cuore. Aaah….più me sento male, più te amo. Me giri la faccia de schiaffi? Te amo da morì. Me getti in un dirupo? Te amissimo più-più non lasciarmi mon amour ma buttami ancora un po’ più giù. Te ignoro, te cancello, te distruggo, te pianto una canestra de corni, te corco de bastonate, te pisto come l’uva sultanina, te sbatoccolo col battipanni come un materasso, te giro per aria come una pizza napoletana, te uso come filo interdentale per scarica’ le caccole tra un dente e l’altro…DIOOO, SARÒ TUA PER SEMPRE. Ma da uno a dieci: quanto semo sceme, eh? Quanto?? Io direi che diecimila è poco.

E poi ho visto uomini…ma ho visto uomini…con la pupilla atrofizzata dalla visione di un lembo di tetta. Aho, la tetta è fatta della stessa carne di una gamba, di un braccio, di un polpaccio. E poi, dopo una certa età, non sarà mica la prima tetta che vedi…che Madonna è tutto ‘sto scalpore, no?? Eh, lo so, razionalmente non si spiega. Ma tu assisti alla scena di questi maschi apparentemente “normali”, anche con una loro dignità anagrafica, sociale, culturale, gente pure distinta e “a modo”, andarsene completamente a fanculo di fronte a una portatrice sana di patonza. Cervello azzerato, sinapsi scollegate, bava che scende a rivolo dall’angolo della bocca. Tu passi una mano su e giù davanti alla faccia e ciao. Quello non vede più un cazzo. Nella retina è impressa con marchio a fuoco la tetta…o l’intuizione di una tetta o la possibilità dell’esistenza di una tetta, l’idea, la memoria, la speranza di una tetta. E il resto non c’è più. Quell’uomo è cerebralmente morto. “Libera! Libera!”… c’è l’intero staff di E.R. Medici in prima linea e Grey’s Anatomy che tenta il tutto per tutto per rianimare, ma, purtroppo non c’è più niente da fare. Ora del decesso per wonderbra: 21,05.

romeoSia chiaro: non sono una di quelle che ce l’ha con gli uomini. Prendo in giro sempre (ve lo giuro) bonariamente. Io li adoro i maschi. Sono (ancora) eterosessuale e non potrei fare a meno di loro. Della loro vitalità, giocosità, praticità, semplicità, completa imbecillità. Uomini, io vi amo per quanto siete imbecilli. Pensate quanto vi amo. E come potrei non esservi riconoscente? È grazie a voi che conosco le emozioni più belle, più alte, più profonde di questa esistenza. È grazie a voi che mi incazzo, bestemmio, gioisco, sogno, desidero, mi scutulo (scutularsi = cadere rovinosamente in discesa prendendo velocità; ad esempio: “Oggi mi sono scutulata giù per le scale”). Oh, tu, uomo, meravigliosa origine del mio eterno scutulamento nella vertigine delle vita…che farei senza di te?? Essere così basilare eppure così incomprensibile…Uomo: se io fossi una birra, ti capirei. Ma sono “solo” una donna e questo posso darti: le mie tette. E poi, se ti va, un po’ della mia anima. Ma se ti va, eeh, senza impegno. Se è troppo, ti lascio anche solo le tette. Guarda, te le regalo. Tipo giocattolo, così sei felice. Perché io sono felice se tu sei felice. Quindi fai pure di me il tuo zerbino. Voglio essere come quelle bamboline che si appiccicano sul cruscotto e che, oscillando tra una sterzata e l’altra, fanno sempre sì con la testa. “Donna, io ti comando: amami!” “Sì-sì-sì-sì-sì-sì…”…

Che vi devo dire…la primavera è vicina, gli uccellini cinguettano, Ilary Blasi e Francesco Totti hanno dato alla luce Isabel. Io oggi mi sono sentita di parlarvi d’amore. A M O R E. Ma che cos’è poi l’Amore? Che cosa vuole da noi l’Amore?? MA CHI LO CONOSCE, soprattutto, l’Amore??? Tu puoi dire di conoscere l’Amore? “Chi io??” “Sì, tu” “Ma che è un’interrogazione?” “Sì” “Azz…ma io oggi pensavo che spiegava professorè…” “Ma come spiegavo??…l’ho detto e sottolineato almeno una decina di volte che prima di Pasqua dovevo interrogare!” “Ma veramente c’è nonna che s’è sentita poco bene e non ho potuto ripassare…” “Eh, nonna…nonna…sempre ‘sta scusa di nonna…” “Fessorè…ma nonna è anziana…c’ha l’Alzheimer…lo sa che l’ultima volta le ho chiesto se si ricordava di nonno…e ha detto NONNO CHI??” “E nonno come l’ha presa?” “Nonno ha guardato nonna e le ha chiesto: Maria, ti ricordi quando mi hanno chiamato per il fronte e tu eri accanto a me? e quando sono stato quattro anni in ospedale militare e tu eri accanto a me? e quando è scoppiata la seconda guerra mondiale e mi hanno richiamato e tu eri accanto a me? e quando mi hanno liberato dal campo di concentramento? Anche allora tu eri accanto a me…Ah Marì…MA PORTASSI SFIGA??”.

W l’Alzheimer. W la sfiga. E vai col liscio.

AMORE: COGLICI, SCUTULACI E DISTRUGGICI.

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