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Europei, Mancini testimonial jesino dell’Italia che vince

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In attesa di conoscere le prossime avversarie lungo il cammino dei campionati europei 2021, la Nazionale azzurra, con la vittoria di misura conquistata (1-0) contro il Galles nell’ultima partita della fase a gironi di Euro 2020, è arrivata a conquistare il trentesimo risultato utile di fila e l’undicesima partita consecutiva senza subire alcun gol.

Un primato unico nel suo genere che ha il volto ed il nome del commissario tecnico Roberto Mancini, marchigiano doc e uomo copertina di questa Nazionale.

Gran parte del merito di questa lunga cavalcata vincente dell’Italia negli ultimi 3 anni è proprio di Mancini, jesino purosangue che ha raccolto il testimone della Nazionale dopo la disfatta della mancata qualificazione alla Coppa del Mondo del 2018 e l’ha riportata tra le grandi del mondo e tra le più serie candidate alla vittoria del torneo continentale secondo le quote degli Europei 2021.

Il tecnico ex Inter ha preso in mano le redini della formazione azzurra nella primavera del 2018 (rinunciando al prosieguo della sua avventura sulla panchina dello Zenit San Pietroburgo in Russia) dopo che la Nazionale, l’autunno prima, aveva clamorosamente fallito la qualificazione alla Coppa del Mondo che si sarebbe disputata l’estate successiva proprio in Russia.

Mancini accettò subito l’offerta della Federcalcio e si caricò sulle spalle l’onere e l’onore di riportare in alto a livello mondiale un movimento calcistico gravemente ferito nell’orgoglio dopo l’esito nefasto del doppio confronto agli spareggi europei contro la Svezia.

La Nazionale di Gian Piero Ventura aveva appena fallito l’accesso ai Mondiali (lo stesso commissario tecnico si sarebbe dimesso poco dopo) e tutti i massimi dirigenti federali erano finiti nel mirino delle critiche di tifosi e organi di stampa.

Occorreva un nome di prestigio, un allenatore capace di garantire al tempo stesso affidabilità e esperienza. In pole c’era il veterano Claudio Ranieri (scelta numero uno dell’ex commissario federale Roberto Fabbricini), che qualche mese prima aveva compiuto il miracolo in Inghilterra portando il Leicester a vincere la Premier League.

Secondo quanto emerso, però, fu il vice di Fabbricini, Billy Costacurta (già pilastro della difesa del Milan) a spingere per il tecnico di Jesi (e, in alternativa, per Carlo Ancelotti).

Alla fine la scelta ricadde proprio sull’allenatore marchigiano che “si licenziò” dallo Zenit e firmò nero su bianco per l’Italia.

Mancini in Nazionale, un inizio difficile e poi il record di Pozzo

Il Mancio arrivò in Azzurro nel momento più difficile della storia della selezione maggiore italiana.

Sessant’anni prima, l’Italia aveva attraversato il suo periodo buio con la mancata qualificazione alla Coppa del Mondo del 1958 e con la disfatta contro i dilettanti della Corea del Nord nell’edizione del 1966.

Ancora prima della sciagura contro la Svezia nel 2017, gli Azzurri si ritrovarono a fare i conti con un nuovo periodo di difficoltà successivo alla cavalcata vincente che portò la squadra allora allenata da Marcello Lippi a vincere il quarto mondiale della storia della Nazionale italiana (in Germania nel 2006). Cesare Prandelli prima e Antonio Conte poi non seppero dare la scossa necessaria a tutto il movimento che venne subì la mazzata finale sotto la gestione di Ventura (con l’Italia fuori dalla Coppa del Mondo dopo quattordici partecipazioni di fila).

Dicevamo, l’inizio dell’esperienza di Mancini sulla panchina azzurra non fu delle più emozionanti.

Una serie di sconfitte e risultati opachi minarono subito le certezze che il nuovo corso del commissario tecnico marchigiano aveva portato con sé.

La sconfitta contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo nell’ultima edizione della Nations League segnò però il passo: è da allora che l’Italia ha preso a vincere e a non perdere più.

La striscia di risultati utili consecutivi degli Azzurri dopo le tre partite del girone iniziale di Euro 2020 è arrivata a trenta: Mancini ha eguagliato il record del leggendario commissario tecnico Vittorio Pozzo, colui che oltre ottanta anni fa conquistò due volte la Coppa del Mondo (in Italia nel 1934 e in Francia nel 1938) e l’oro alle Olimpiadi di Berlino nel 1936.

Parliamo ovviamente di epoche (storiche e calcistiche) profondamente differenti e non paragonabili tra loro.

Quella era la Nazionale di Giuseppe Meazza e Silvio Piola, uomini d’altri tempi. Mancini ha la possibilità di superare addirittura quel record e di sfondare il muro dei trenta risultati utili di fila.

Sarebbe un primato che difficilmente potrà essere eguagliato in futuro ed il segnale che il tecnico di Jesi sta procedendo verso la giusta direzione.

Il rinascimento “manciniano”

Al suo arrivo in Nazionale, l’ex attaccante della Sampdoria e della Lazio ha voluto stravolgere tutti gli ordini di gerarchia precedentemente vigenti, chiamando sin da subito tanti giovani calciatori che non avevano neanche mai fatto un solo minuto in campo in Serie A.

A questi ha affiancato lo zoccolo duro degli esperti. Più di ogni altra cosa ha saputo dare un imprinting offensivo alla sua squadra.

Adesso l’Italia corre e segna e fa divertire. Il gioco azzurro è il giusto mix tra il moderno tiki-taka, tanto caro agli spagnoli, e la concretezza difensiva sulla quale si sono basati i successi della nostra Nazionale negli anni.

Nicolò Barella, Nicolò Zaniolo (che però, infortunato, non è stato portato da Mancini agli Europei), Federico Chiesa, Giacomo Raspadori, Alessandro Bastoni e ancora Stefano Sensi e Moise Kean: questi sono soltanto alcuni dei nomi delle future (ma anche del presente) stelle della Nazionale. 

Il Mancio ha voluto dare un nuovo volto alla Nazionale degli italiani, ridisegnando la squadra. E i risultati gli stanno dando ragione.

Oggi Mancini è il commissario tecnico che ha percentuale di vittorie più alta nella storia degli allenatori degli Azzurri.

Nelle prime 34 partite (tra impegni ufficiali e amichevoli, l’ex allenatore del Manchester City ha vinto più di chiunque altro.

La speranza è che la striscia di risultati utili di Mancini continui a mietere successi.

Lo meritano i suoi ragazzi ed in particolare i tanti tifosi azzurri che hanno saputo gioire e poi attendere la rinascita italiana nel calcio che conta.

L’Italia è tornata a primeggiare a livello internazionale, scalando posizioni anche nel ranking FIFA (dove gli Azzurri adesso sono settimi). Mancini e i suoi sono pronti per salire sul tetto d’Europa.

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