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FABRIANO AVIS, NEL 2018 AUMENTANO LE DONAZIONI

Nel 2020 i 75 anni di “servizio”

 

Un momento dell’Assemblea Avis

FABRIANO, 25 febbraio 2019 – Un 2018 con il segno “più” per l’Avis fabrianese, con le donazioni che crescono e con un buon numero di nuovi donatori, soprattutto giovani tra 18 e 20 anni. Una struttura in salute, che si dimostra ancora pietra d’angolo del tessuto cittadino.

Nonostante il leggero calo dei donatori attivi rispetto al 2017 (dai 2.186 ai 2.168 dello scorso anno), c’è una buona crescita di nuovi volontari avissini nel 2018. 128 a fronte dei 106 dell’anno precedente.

Donazioni in aumento

Crescono nei 365 giorni  passati le donazioni, crescono rispetto dalle 4.103 del 2017 alla “quota” 4.128 del 2018. Un “+25” accolto dall’assemblea con soddisfazione.

Ma prima dei dati, la revisione e l’aggiornamento dello statuto, legato all’aggiornamento della normativa del terzo settore con il nuovo statuto che ha approvato le modifiche a maggioranza. Un solo astenuto.

La relazione del Presidente Luciano Bano

Una riflessione per capire meglio il senso del “dono” ed il ruolo del donatore. “Preoccuparsi del prossimo spesso è stato tacciato di buonismo: c’è chi dice prima gli italiani, ma prima gli italiani, in tempi anche più difficili di questi, erano sempre pronti a dare aiuto e conforto ai bisognosi. Sembra che abbiamo perso empatia, la solidarietà e la fratellanza tra gli esseri umani. Cosa è successo? Su quale principio? Il luogo di nascita o la nazionalità dei genitori? Non vuole essere una presa di posizione pro o contro una parte della società – osserva Bano – ma uno spunto di riflessione per meglio capire noi stessi. Domande, per trovare noi, e tutti insieme le risposte più appropriate”.

“Prendersi cura del prossimo non è una colpa”, ha proseguito ed ha portato l’esempio di un giovane canadese dal cognome italiano ed un giovane nato a Fabriano, figlio di immigrati: “Noi ancora non abbiamo capito chi può definirsi più italiano dell’altro. Più che essere italiani, bisogna sentirsi italiani abbracciando cultura e modo di vivere. Nessuno però ci convincerà che prevaricando gli altri si possa essere migliori”.

Nessuna intenzione polemica, secondo il Presidente, ma la necessità di prendersi cura di “Noi” e ritrovare “La bellezza che ci portiamo dentro è quella di queste persone che donano con cuore, mettendosi a servizio senza domande per il bene della collettività. Tutti hanno bisogno di tutti, ed è più bello donare che ricevere e che lo sconosciuto che incontriamo è una opportunità, e non un pericolo. L’Avis è tutto questo, è l’anima di questa città: un porto aperto a tutti, nessuno escluso. Dove poter mettere in comune idee, sogni e valori condivisi”.

E poi l’appello: “C’è sempre bisogno di nuovi donatori. Noi chiediamo di non esser lasciati soli per non lasciare solo nessuno nei momenti di difficoltà e bisogno”.

In coda all’assemblea, le tante testimonianze dei gruppi sportivi e società sostenute dall’Avis, tra passione sportiva e dedizione nei confronti “dell’altro”.

(Saverio Spadavecchia)

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