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Cronaca

FABRIANO “LA STANZA PROFONDA” DI VANNI SANTONI, SABATO OSPITE ALLA FABCON

FABRIANO, 5 settembre 2017 – Si avvicina l’inizio della ventisettesima edizione della Fabcon con il primo appuntamento ufficiale: in alto i calici domani sera con il Nerd Party all’interno della birroteca Lo Sverso.

Giovedì pomeriggio (ore 15) l’inizio ufficiale della kermesse ospitata all’interno del complesso del San Benedetto (teatro di tutti gli eventi fino al prossimo 10 settembre) con l’apertura della convention e gioco libero; dimostrazioni di giochi da tavolo e giochi per famiglie.

Giochi, dimostrazioni ed incontri di confronto fino a sabato (9 settembre) quando alle ore 15 ci sarà l’incontro con lo scrittore Vanni Santoni. Punto di partenza dell’incontro il suo romanzo (ambientato nel mondo dei giochi di ruolo) “La Stanza Profonda”, romanzo arrivato fino alla “dozzina” del premio “Strega” 2017.

Perché ha accettato l’invito dell’associazione lokendil?

Perché ho riconosciuto immediatamente dalle loro mail un enorme amore per i giochi di ruolo e tutto ciò che vi gira intorno. Inoltre avevano letto il libro e trasudavano voglia di parlarne dal vivo: era chiaro che non si trattava di un invito casuale, ma assolutamente voluto e sentito.

Cosa ha significato per lei questo mondo dei giochi di ruolo?

È stata una parte molto importante della mia vita, basti pensare che ho fatto il dungeon master per più di vent’anni. Come scrittore, mi interessa il fatto che i mondi immaginari possano essere “più veri del vero”; e mi interessa il fatto che, oggi, il virtuale inizi a tracimare nel reale, tanto che non è più possibile derubricarlo a “meno rilevante”. I giochi di ruolo hanno anticipato l’attuale virtualizzazione del mondo, sia pure con strumenti tanto analogici quanto possono esserlo matite, schede e dadi.

Che valore sociale da, al gioco di ruolo come esperienza?

Al di là degli immaginari divenuti egemoni, e dell’aver anticipato dispositivi oggi dominanti, l’importanza del gioco di ruolo sta nella sua natura congiuntiva. Il gioco di ruolo, avendo come scopo la costruzione di una narrazione coerente che soddisfi tutti, è congiuntivo. In quel garage si entra diversi e si esce uguali. Anche in questo ci sono similitudini col mondo dei rave raccontato nel libro “gemello”: entrambi sono fenomeni giovanili nati dal basso, non competitivi, gratuiti, fuori dal mondo del consumismo e incentrati sulla creazione di mondi altri. E guarda caso sono stati entrambi mistificati e stigmatizzati.

Giocare vuole dire interpretare un “ruolo”, costruire una personalità spesso diversa da quella propria. Può aiutare nella formazione?

La storia dei giochi di ruolo nella didattica, sia scolastica che legata alla formazione aziendale, è molto lunga e documentata: è evidente che l’interpretazione dinamica di ruoli in scenari di fantasia, lungi dall’essere derubricabile a escapismo, è piuttosto una rilevante attività di pensiero, utile per sviluppare le abilità relazionali, l’analisi di scenario e la riflessione creativa, oltre ad avere un intrinseco potere di catarsi.

(s.s.)

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