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FABRIANO Movieland, si torna finalmente al cinema

Alternanza del posto ma anche ciclo dell’aria e filtri, Saverio Smeriglio: «Lo spettatore può sentirsi del tutto in sicurezza»

 

 

FABRIANO, 3 settembre 2020Riapre il cinema a Fabriano, dopo durissimi mesi di chiusura che hanno messo in seria difficoltà l’intera industria cinematografica. Abbiamo parlato con il titolare del Movieland, Saverio Smeriglio.

Come sono stati questi mesi di chiusura?

«La situazione è stata subita più che pensata. Era doveroso chiudere, il senso civico ce l’ha imposto prima ancora che la legge. Fa male vedere la disorganizzazione e la gestione di questa situazione da parte delle istituzioni. Prima ci hanno fatto chiudere, poi aprire, poi chiudere ancora. Questo lancia messaggi sbagliati alle persone. I luoghi della cultura, infatti, sono rimasti chiusi quando invece sono assolutamente sicuri. È passato il messaggio che  i luoghi della cultura sono pericolosi. Sono stati aperti in compenso luoghi di maggiore aggregazione come discoteche e locali e sono stati lasciati fuori i cinema. Questo ha sorto anche dispute col ministero. Ci avevano proposto una data per far riaprire, nonostante si fosse detto al ministero che mancavano prodotti ed organizzazione. Non c’è chiarezza, deve esserci una linea coerente che è mancata ovunque».

Ci si è chiesti come mai non sia stato organizzato un cinema all’aperto, magari sul grande parcheggio sopra il centro commerciale.

«I costi di un cinema all’aperto sono intollerabili, richiede delle cifre tali che devono essere giustificate dagli incassi. Il cinema è una attività commerciale per cui ci sono dei costi di parecchie migliaia di euro. L’assenza di prodotto e l’incertezza di pubblico rendono il cinema all’aperto un’attività molto rischiosa. Le attività devono stare anche attente a far sopravvivere la aziende. Facciamo parte di un consorzio dove c’è stata discussione. Chi ha fatto queste attività ha ricevuto contributi e meno male perché i risultati sono stati pessimi, soprattutto perché, come ho detto, non c’erano nuovi film e bisognava trasmettere delle repliche già viste».

Dal punto di vista organizzativo, quali norme avete attuato per riaprire in sicurezza?

«Noi ci siamo attrezzati come tutte le altre attività.  Specifica per noi sarà l’alternanza del posto. I cinema, come i teatri sono delle strutture assolutamente sicure, grazie al ciclo dell’aria e filtri. Ci hanno indicato protocolli che noi in realtà facciamo da sempre. Per la parte della sanificazione ci siamo adeguati, ma lo spettatore può sentirsi del tutto in sicurezza».

L’industria cinematografica come si sta muovendo?

«La filiera del cinema sta ripartendo. Da settembre vediamo un nuovo modo di lavorare. I set sono aperti, stanno post producendo nuovi film. Le prime uscite ci sono, a partire da Tenet (il nuovo film di Nolan), Volevo nascondermi con Elio Germano, e il nuovo lungometraggio Disney Onward. Non conosciamo ancora le idee dei film futuri perché le stesse produzioni si stanno riorganizzando, a breve sapremo solo tutte le uscite fino a gennaio e febbraio. La ripartenza è però dignitosa con film di punta».

Se la situazione dovesse aggravarsi, cosa potrebbe essere fatto di meglio?

«È impossibile fare meglio di come stiamo facendo ora. L’assetto che ci impongono  è assolutamente sicuro. L’aggregazione non avviene in piedi, ognuno è seduto al suo posto e l’utente può essere al sicuro. Manteniamo l’aria pulita, possiamo igienizzare la sala. Già con questo distanziamento e questa gestione che si opera anche nei locali come il bar, il cinema è davvero sicuro. Assurdo è che nelle strutture nostre, igiene e sicurezza sono la base, queste norme da noi sono state sempre la prassi. Certo ci sono mascherine e guanti, ma di base nelle strutture dello spettacolo si fanno sempre. In caso di nuova chiusura nulla può essere gestito meglio. Sbagliato è stato il messaggio: alcune attività sono state additate ingiustamente come pericolose».

Intervista a cura di Danilo Ciccolessi

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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