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Falconara Rocca Mare, foce dell’Esino da mettere in sicurezza

Solo successivamente si potrà procedere alla demolizione e ricostruzione dei capanni di quello che è stato definito uno stabilimento balneare atipico

Falconara – «Siamo i primi a voler regolarizzare la nostra posizione di proprietari del terreni dove sorgono il Villaggio Bianco e l’Isola Blu a Rocca Mare e vogliamo realizzare il piano di recupero previsto in sinergia con il Comune».

Lorenzo Morbidoni e Paolo Barigelli, rispettivamente presidenti della società Isola Blù e della società Villaggio Bianco, rappresentano i proprietari delle decine e decine di manufatti che sorgono nel quadrilatero compreso tra la ferrovia e il mare e tra l’hotel Luca e il fiume Esino ma sono anche le vere memorie storiche di quello che non a torto è stato definito uno “stabilimento balneare atipico”.

Da anni combattono con una situazione precaria e difficile e cercano sinergie con il Comune e la Regione.

«E’ una storia infinita – spiegano– che parte nel lontano 1988 quando il sindaco era Guidobaldi. Finalmente nel 2008 fu approvato il Piano di recupero che era una variante al Piano regolatore generale il quale stabiliva che ogni proprietario doveva demolire il vecchio manufatto per poi ricostruirlo secondo precise modalità. Nel frattempo però la Regione e gli enti pubblici avrebbero dovuto sistemare la zona della foce del fiume Esino che ora viene considerata, soprattutto sulla sponda sinistra, a rischio di esondazione».

Lorenzo Morbidoni e Paolo Barigelli ricordano le tante lettere inviate al Comune e anche l’interesse del sindaco Stefania Signorini anche se recentemente ci sono ordinanze sindacali che intimano ai proprietari la demolizione dei manufatti pena sanzioni da 20mila euro.

«Ci siamo rivolti al Tar che ha sospeso le decisioni fino al 25 ottobre: stiamo in questi capanni 3 mesi all’anno e vogliamo risolvere la situazione definitivamente in accordo con le istituzioni: urge la realizzazione del Piano di recupero».

Sul problema dice la sua Clemente Rossi, ex assessore comunale.

«La soluzione della complessa vicenda, che si protrae da più di tre lustri, risiede nella attuazione del Piano urbanistico di recupero, di iniziativa pubblica. La proposta concreta è quella di rivisitarlo, ridimensionandolo e renderlo alla portata concreta dei cittadini che ne hanno diritto, garantendo sicurezza, rispetto delle regole, convenzioni semplici e chiare, nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio. Gli Enti sovraordinati devono fare la loro parte per rendere possibile la tutela dell’intera zona, la regimazione delle acque della foce dell’Esino».

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