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Cronaca

GENGA Grotte di Frasassi: una meravigliosa storia lunga mezzo secolo

50 anni fa il primo uomo a poggiare il piede all’interno dell’Abisso Ancona: l’inizio di una nuova era per scienza, natura e turismo

GENGA, 25 settembre 2021 – Vite e territorio che cambiano, una scoperta che ha mutato per sempre il volto ed il cuore dell’entroterra marchigiano. Il 25 settembre di cinquanta anni fa il gruppo speleologico del Cai di Ancona fece per la prima volta ingresso nelle Grotte di Frasassi.

Prima della grande scoperta anni di esplorazioni e di segreti custoditi dalla montagna svelati anno dopo anno.

Poi nel 1971 dalla segnalazione di Rolando Silvestri e Umberto di Santo, che scoprirono un piccolo imbocco sul monte Vallemontagnana, la successiva azione del gruppo speleologico marchigiano di Ancona che iniziò a lavorare per cercare di allargare l’imbocco.

Prima un varco in una piccola sala, dove erano presenti numerose aperture da cui fuoriuscivano correnti d’aria e poi una strettoia verso una sporgenza che si affacciava nel vuoto. Da quel punto venne lanciato un sasso e l’attesa infinita per sentirne il rumore provenire da grande distanza.

Le grotte di Frasassi, la sala dell’Abisso Ancona

«Ricordo ancora quando lanciammo il sasso dentro quella voragine oscura – queste le parole più volte ripetute dallo speleologo Maurizio Bolognini,– cinque interminabili secondi di silenzio, poi il rintocco sulle rocce sottostanti. Capimmo subito che ci trovavamo sopra qualcosa di molto grande».

Recuperata l’attrezzatura necessaria la sorte volle che solo in due potessero affrontare la discesa verso l’ignoto: Fabio Sturba e Maurizio Bolognini. I due tirarono a sorte e la dea bendata baciò Bolognini che per primo si calò nell’enorme grotta chiamata poi “Abisso Ancona”.

Le luci degli speleologi anconetani misero subito in evidenza l’immensità di quell’ambiente, ancora ignoto e di una vastità mai vista prima.

L’Abisso Ancona venne aperto al pubblico il primo settembre 1974 ed entrarono oltre 3.000 turisti. Un segreto svelato, un gioiello alla portata di tutti, merito di pochi coraggiosi che sfidarono le viscere delle montagne per scoprirne il cuore vivo ed in costante cambiamento.

Da quel giorno il turismo marchigiano cambiò per sempre, offrendo al mondo una delle meraviglie naturalistiche più belle di tutti i tempi.

(Redazione)

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