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Cronaca

GENGA LA MACCHINA DEI SOCCORSI: IN 60 PER SALVARE LO SPELEOLOGO FERITO

Soccorritori dalle Marche, dall’Umbria, dall’Abruzzo e in ultima battuta dall’Emilia Romagna

 

Alcuni momenti del soccorso, concluso ieri mattina

GENGA, 29 ottobre 2019 – «Ciao, come stai?»  «Bene». Prime parole con un filo di voce quelle dello speleologo estratto ieri mattina dal ventre della montagna alle 9.30: C.M. , anconetano di 65 anni, era rimasto bloccato attorno dalle 13 circa di domenica all’interno della sala Villa del complesso Grotta grande del Vento / Grotta del Fiume, percorso completamente svincolato da quello turistico tutelato dal consorzio Frasassi.

«L’incidente di domenica pomeriggio – scrive il Consorzio Frasassi – allo speleologo del gruppo Cai di Jesi non riguarda in alcun modo il percorso turistico e speleologico delle Grotte di Frasassi. L’infortunio è avvenuto in una delle tante cavità che si estendono sotto le rive del fiume Sentino, denominate infatti grotte del fiume, accessibili da parte di speleologi opportunamente attrezzati. Le suddette cavità, appartenenti alla fitta rete ipogea dell’area della Gola di Frasassi, non rientrano nel circuito turistico e speleologico delle Grotte di Frasassi».

Per soccorrere l’uomo, in campo 60 uomini del soccorso speleo marchigiano supportati dai colleghi umbri, abruzzesi e da quelli dell’Emilia Romagna arrivati nel corso della notte.

Circa 20 ore per completare le operazioni di soccorso, con il supporto anche del corpo nazionale di Soccorso alpino e dei Vigili del Fuoco di Fabriano. Sul posto anche i Carabinieri. Una macchina enorme quella messa campo per i soccorsi, diventati febbrili una volta estratta la barella dall’ingresso della grotta.

Sin dal primo momento l’uomo è stato assistito dal personale sanitario del Soccorso Alpino e Speleologico, trovandosi in un punto particolarmente angusto, tanto che, per condurre la barella e portarla in superficie, sono state messe in campo le più complesse tecniche speleologiche di recupero, alternando il trasporto manuale con l’utilizzo di corde. Risalire dal ventre della montagna è stata un’impresa, tra soste, risalite, discese a picco e l’impegno dei soccorritori nell’attraversare cunicoli stretti e potenzialmente pericolosi.

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L’uomo, dopo essere stato riportato in superfice, è stato trasportato con l’ambulanza dei sanitari del 118 in un parcheggio poco distante, dove l’eliambulanza Icaro 1  lo stava attendendo per trasportarlo a Torrette. L’elicottero è decollato alle 10.

A rendere complicato il soccorso l’estrema distanza del ferito, circa 2 chilometri dall’ingresso della grotta.

(s.s.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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