Incontri settimanali tra cinque donne ospiti della casa di riposo e giovani provenienti da Gambia, Senegal, Libia, Nigeria, che fanno parte del progetto”A-f-Fidarsi”
JESI, 17 aprile 2019 – Conoscersi, raccontare le proprie esperienze di vita, abbattere il muro dei pregiudizi: ne sono protagonisti alcuni giovani richiedenti asilo provenienti da Gambia, Senegal, Nigeria e Libia e cinque anziane ospiti della casa di riposo.
Partecipano gli uni e le altre al progetto “
A-f-Fidarsi”, una serie di incontri settimanali con l’obiettivo di avvicinare due
mondi agli
antipodi per
età, provenienza, status sociale e culturale. I richiedenti asilo fanno parte del progetto
Siproimi (ex
Sprar) denominato “
Ancona Provincia d’Asilo”, gestito dall’
Azienda Servizi alla Persona e di cui il comune di Jesi ne è titolare. Il progetto
si svolge nei locali della casa di riposo di via Gramsci e prevede
attività quali il
racconto verbale di storie di vita vissuta attraverso l’ausilio di immagini e materiale fotografico,
laboratori di
cucina attraverso lo scambio di ricette, dei procedimenti, della preparazione e degli assaggi in clima di convivialità, volte a creare una relazione tra i beneficiari e gli ospiti. Nel corso del primo incontro, dopo un primo momento di presentazione e conoscenza reciproca, gli anziani hanno raccontato le loro storie personali con il
supporto di immagini storiche.
I beneficiari hanno visto e ascoltato storie di difficoltà economiche dell’Italia del dopoguerra, di partenze e abbandoni dei luoghi di origine in cerca di una vita migliore. Racconti di separazioni, spesso dolorose, che hanno profondamente segnato il corso delle loro esistenze.
Ma anche di
resilienza, di
sacrificio e di
rivincita. Storie che, anche se nate e vissute in contesti completamente diversi, hanno delle
analogie, più di quello che si potrebbe pensare. In questo contesto si è
rotto il muro della
diffidenza e si è compiuto un primo passo verso l’altro, non più così sconosciuto: due mondi che ora sono sicuramente più vicini.
Il progetto Siproimi è il primo in Italia per numero di Comuni coinvolti – ben 22 dislocati in tre ambiti territoriali sociali – e terzo per numero di posti in accoglienza: 492 dedicati a uomini soli, donne con minori e famiglie. L’ente attuatore è un raggruppamento temporaneo d’impresa composto da Coos Marche onlus, Cooperativa Sociale Polo 9, Associazione Anolf Marche, con capofila la Cooperativa Sociale Vivere Verde onlus.
Il sistema Sprar rinominato recentemente, dal “Decreto Salvini”, Sistema di rotezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati (Siproimi) garantisce «un’accoglienza emancipante» attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento sociale, lavorativo e abitativo.©RIPRODUZIONE RISERVATA