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Cronaca

JESI Battibecco al seggio 38, volano parole grosse

L’episodio nella scuola Monte Tabor tra una componente del seggio e una elettrice che aveva accompagnato la madre, insegnante in pensione

JESI, 20 settembre 2020 – Sono volate parole grosse, del tipo, «io ti denuncio», stamattina intorno alle 11 al seggio numero 38 situato insieme ai 22, 23, 39 e 40 nella scuola Monte Tabor di via XX Luglio.

Madre insegnante in pensione e figlia si erano recate al voto e stavano attendendo il proprio turno appena al di fuori dell’aula-seggio.

Sezioni elettorali Monte Tabor Jesi, nr 22, 23, 38, 39, 40

Il diverbio si è innescato quando la mamma ha chiesto alla figlia con quale vocale terminasse il nome del candidato prescelto per essere votato. La figlia, a sua volta, pronunciando quel nome le ha fatto capire in quale modo fosse corretto scriverlo sulla scheda elettorale.

E da qui si è accesa la miccia con una componente del seggio. Non si poteva fare, si era configurato un caso non ammesso  di propaganda che nei giorni del voto non è consentita nel raggio di 200 metri dall’entrata del seggio.

Vale la pena ricordare al proposito, anche se non è questo il caso, che risalendo la legge al 1956 la stessa non contempla come disciplinare l’utilizzo dei social. E questo gap normativo permetterebbe di aggirare la norma e dare modo, volendolo, di poter continuare a fare propaganda anche nei giorni di silenzio e di voto, su Facebook o Twitter.

Comunque, l‘altra, la figlia, non se n’è stata zitta, esternando le sue ragioni, e n’è scaturito il diverbio. Pochi minuti, ma che hanno attirato l’attenzione dei presenti.

Poi gli animi si sono placati e si è potuto procedere al voto.

Chissà se la mamma, poi, quel nome l’ha scritto sulla scheda elettorale.

(p.n.)

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