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Cronaca

JESI BRUTTE STORIE DI CAPODANNO: 84ENNE CARDIOPATICO E DIABETICO “PARCHEGGIATO” OTTO ORE AL PRONTO SOCCORSO

Nella foto, da sinistra, il direttore generale Asur Marche, Alessandro Marini, e il Governatore Luca Ceriscioli

Nella foto, da sinistra, il direttore generale Asur Marche, Alessandro Marini, e il Governatore Luca Ceriscioli

JESI, 5 gennaio 2016 – Un anziano di 84 anni, A.B, di Jesi, cardiopatico e diabetico, non ha certo trascorso un Capodanno tranquillo, e con lui i familiari, dopo essere passato per il pronto soccorso del nuovo ospedale “Carlo Urbani”.

Ed è stato anche un lungo passaggio, circa otto ore, con problemi di dolori addominali, successivamente respiratori, e con nessuno che in quel lasso di tempo avesse modo di assisterlo visto che al triage gli era stato assegnato un codice bianco.

La storia è di quelle che, purtroppo, accadono sempre più spesso con la nostra sanità che ha tanti problemi, soprattutto di organico, ma a furia di tirare la corda su tutti i fronti questa, alla fine, fatalmente, si spezza. E insorgono i problemi.

I problemi per l’uomo, in questo caso, erano insorti già il 30 dicembre scorso quando, recatosi in tarda mattinata all’ospedale, era stato sottoposto ad una Tac addominale senza contrasto con l’accortezza che, se si fossero ancora presentati i dolori, avrebbe dovuto ritornare.

L'ingresso del nuovo ospedale "Carlo Urbani" (foto CriCo)

L’ingresso del nuovo ospedale “Carlo Urbani” (foto CriCo)

E i dolori si sono rifatti vivi il 1 gennaio, primo giorno dell’anno. Di nuovo corsa all’ospedale, di nuovo al pronto soccorso dove, nonostante le sue condizioni, è rimasto ad aspettare dalle 9,30 del mattino sino alle 16,30 dello stesso pomeriggio. Alla fine, infatti, la figlia, la 53enne G.B., dopo le rimostranze del caso, aveva provveduto, dietro consiglio, a far cambiare il codice di accettazione con l’urgenza che era richiesta.

«Nel suo stato – ci ha detto – qualsiasi piccolezza può far male e, tra l’altro, vista la situazione che si andava delineando, con quell’attesa così lunga, erano insorti problemi legati all’ansia. Anche lui si stava arrabbiando. Non ne poteva più… Non respirava bene e la visita è avvenuta dopo le mie forti rimostranze. Quindi, una volta sistematolo lì al pronto soccorso, ho richiesto che gli potessero applicare una mascherina con l’ossigeno. Anche in questa circostanza è stata dura farsi ascoltare. Ma da questo punto di vista, dopo, si è sentito meglio».

L’anziano è ancora ricoverato, lunedì 4 è stato trasferito in medicina C e il giorno successivo sottoposto ancora alla Tac.

È possibile che ogni singolo pronto soccorso, al di là del codice di selezione-smistamento (triage), indicato dal colore, secondo le classi di emergenza, possa assegnare  priorità particolari ad alcune categorie di pazienti, come bambini, donne in stato di gravidanza, anziani, disabili, indipendentemente dai loro sintomi.

Massimiliano Lucaboni (FI) chiede più controlli in città

Massimiliano Lucaboni (FI)

Evidentemente questo non è il nostro caso. E siamo ben lontani, ad esempio, dal codice d’argento di Venezia-Mestre, per gli anziani, che permette la “fast track”, vale a dire direttamente dal pronto soccorso in geriatria, salvo che non ci siano già codici rosso-giallo o casi immediatamente risolvibili. Perché trovarsi, per un anziano, in un ambiente come il pronto soccorso «può provocare malessere, squilibri, ansia a chi, invece, necessita di attenzione e cura».

La sua voce la fa sentire anche Massimiliano Lucaboni, coordinatore cittadino di Forza Italia, che puntualizza come «si continui a decantare  il nostro ospedale come qualcosa di efficiente e all’avanguardia, dove sono già venuti a sfilare in tanti, persino il direttore generale Asur, Alessandro Marini. Al quale dico che è oltraggioso per la dignità dei pazienti questo trattamento».

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