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JESI “CIRCOPERA LUNARE” DEBUTTA AL PERGOLESI

Venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 per la Stagione Lirica di Tradizione

JESI, 12 novembre 2019 – Opera e circo contemporaneo con un pizzico di fantascienza in scena alla 52esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi.

È ciò che avviene con il debutto in prima rappresentazione assoluta de “Il Lato Nascosto. CircOpera lunare”, nuova commissione della Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con Circo El Grito e Bernstein School of Musical Theater.

Lo spettacolo andrà in scena venerdì 22 novembre ore 20.30, sabato 23 ore 20.30 (fuori abbonamento) e domenica 24 ore 16.

Tre le recite in anteprima giovani riservate ai partecipanti al progetto “Musicadentro 2019”, nei giorni di martedì 19 e mercoledì 20 novembre ore 16 e giovedì 21 novembre ore 11.

“Il Lato Nascosto. CircOpera lunare”, è un format nuovo che unisce tradizione dell’opera e spettacolo circense in un unico spettacolo, con musiche appositamente realizzate, per un appuntamento adatto a ogni età.

Il CircOpera Lunare trae ispirazione dalla doppia ricorrenza del 2019, anno in cui si ricordano i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci e il cinquantesimo del primo passo dell’uomo sulla Luna.

Nella scrittura scenica, il regista e autore Giacomo Costantini immagina che Leonardo Da Vinci, in realtà, non sia morto ma che nel maggio 1519 sia decollato con una delle sue macchine volanti riuscendo a raggiungere il lato nascosto della Luna.

Mentre sulla Terra ne viene annunciata la scomparsa, il genio italiano fonda sul satellite una misteriosa civiltà di eletti. Tra i discendenti sono i giovani Jacopo ed Ellen, che 50 anni dopo l’allunaggio di Neil Armstrong, e 500 anni dopo l’allunaggio di Leonardo Da Vinci, nel pieno delle celebrazioni sulla Luna per la nascita della loro civiltà, mettono piede sul lato visibile del satellite, violando un antico divieto.

Da qui si dipana una trama fantastica, ricca di fantasia e di colpi di scena, in cui anche il pubblico diventa protagonista.

Ne sono protagonisti un giovane compositore e direttore d’orchestra, il Maestro Marco Attura, i giovani e talentuosi musicisti del Time Machine Ensemble, acrobati circensi e giovani performer provenienti dalla Bernstein School of Musical Theater, tutti diretti dal pioniere del circo contemporaneo in Italia, Giacomo Costantini, fondatore e direttore artistico del Circo El Grito.

Scrittura scenica e regia sono di Giacomo Costantini, firmano le scene Benito Leonori ed Elisabetta Salvatori, i costumi sono di Roberta Fratini, luci di Marco Scattolini, vocal coach Shawna Farrell.

Le musiche di Beethoven, Puccini, Dvorak, Debussy e originali, sono composte e ricomposte da Marco Atturaed è lo stesso compositore a dirigere il Time Machine Ensemble, formazione nata per volontà di Casa Musicale Sonzogno e con il coinvolgimento della Fondazione, che coinvolge giovani solisti con l’obiettivo di realizzare progetti di riscoperta di grandi autori del Novecento o nuovi concept originali di spettacolo dedicati alla musica d’oggi.

Personaggi e interpreti: Pierluigi Cocciolito (Jacopo), Tiziana Salerno (Ellen), Irene Frascione (Miriam), Francesco Fusai (Bartolomeo)

Circensi: Giacomo Costantini, Philine Dahlmann, Edoardo Demontis, Salvatore Frasca, Antoine Linsale, Gaël Man, Giacomo Martini.

Per la nuova produzione di CircOpera, quest’anno è stata invitata la compagnia circense “SIDE / Kunst-Cirque” raro esempio di circo indipendente e alternativo creato da un collettivo di artisti internazionali.

«Lo spettacolo – spiega Attura – è un viaggio notturno e solitario attraverso il tempo della memoria, in un unico arco espressivo dunque, articolato da momenti di smarrimento e da improvvisi risvegli di nuove memorie dove si alternano canto, recitazione, video e spericolate acrobazie. È una musica scritta con il naso all’insù a cercar suggestioni e ispirazioni nell’universo, ultimo bagliore del suono nel buio abisso del tempo, laddove ci si perde facilmente superata la linea dell’orizzonte. La partitura è pervasa da fredde e tenui tinte pastello color notte, il cui linguaggio musicale è lontano da futurismi, sofismi, avanguardie e sperimentalismi, ma con la propensione all’uso dell’intervallo di quinta, ingrediente necessario per creare quel senso di vuoto e di incertezza tonale come centro di gravità dell’intero lavoro, in cui consonanza e dissonanza vivono nel respiro reciproco. Un’eclissi in cui trovano posto, sotto nuova veste, alcune melodie del repertorio classico/tardo-romantico che prendono parte a ri-definire un astrale tessuto connettivo».

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