Attualità
JESI Coronavirus, lo jesino Massimo Clementi ospite di “Porta a Porta”
26 Febbraio 2020
Nella nota trasmissione di Bruno Vespa in onda questa sera su Rai Uno
JESI, 26 febbraio 2020 – Il professor Massimo Clementi, jesino, professore ordinario di microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, prorettore alla Didattica dell’Università stessa e direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia, laboratorio che primo in Italia ha isolato il patogeno responsabile della Sars (sindrome respiratoria acuta e severa), da sempre impegnato nella ricerca, stasera sarà ospite nella trasmissione di Bruno Vespa Porta a Porta, col vice ministro della salute Pierpaolo Sileri.
Clementi proporrà da Vespa una foto precisa e oggettiva, come virologo, della situazione che sta vivendo, con ansia e paura, il nostro Paese. Raggiunto al telefono, il professor Clementi conferma quanto già detto in una precedente intervista, cioè che «quello che stiamo attraversando è un momento di grande confusione, che nasce non solo dalle notizie che appaiono sui media ma anche dai virologi e dai sedicenti esperti, ciascuno col suo punto di vista. Non ho mai visto tanti virologi come adesso in giro».
«Rimandato il Salone del mobile e tante manifestazioni importanti anche dal punto di vista economico, con notizie che si inseguono spesso contraddittorie. Questo rende la comunicazione talvolta allarmistica e molto difficile da identificare come esatta e precisa. Ho già detto che c’è da lavorare perché alcune specie di virus riappariranno ciclicamente, molto più ravvicinate, per cui bisogna creare le basi per mettere a punto interventi diagnostici e terapeutici che risolvano il problema».
«Non dimentichiamo, per esempio, che una delle cause della nascita dei virus, è anche identificabile nei cambiamenti ambientali che negli ultimi anni si sono verificati. Pensare all’Australia, per esempio, è d’obbligo: guarda quegli animali, in Australia, bruciati in milioni, e sui terreni e foreste che loro abitavano, su cui mangiavano e bevevano, fra poco si costruiranno case e gli uomini che le abiteranno, potrebbero essere infettati dai microbi degli animali stessi».