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JESI Covid-19 alla Casa di riposo, Silvia Gregori: «Leggerezza molto grave»

«La donna positiva proveniva dalla struttura per anziani di Cingoli, chiedo che sia fatto il tampone al personale sanitario e ai pazienti ospiti»

 

JESI, 6 aprile 2020 – Ho letto con grande incredulità e stupore misto a una grande rabbia cocente quello che è accaduto alla Casa di Riposo di Jesi.

Una situazione che vivo doppiamente sia come Consigliere comunale sia come figlia di una signora ospite presso questa struttura. A quanto mi risulta, in più, la persona presa come portiere in sostituzione della risorsa andata in pensione a Jesi, proviene dalla Casa di riposo di Cingoli, il che significherebbe una leggerezza molto grave da risultare penalmente rilevante.

Proprio la Casa di riposo di Cingoli, infatti, è balzata tristemente alle cronache per i tanti contagi e i numerosi decessi tra gli ospiti della struttura!

Ma come è pensabile, sapendo che una persona veniva da lì, non farle un tampone prima del suo ingresso per accertare che non risulti positiva al Covid-19?

Pur di risolvere la carenza momentanea di personale si è scelto di prendere una persona dalla Casa di riposo di Cingoli che poteva in partenza essere stata contagiata mettendo a rischio la salute degli altri.

La Casa di riposo di via Gramsci

Una leggerezza che sicuramente sarà oggetto da parte mia di un’interrogazione in Consiglio comunale perché stavolta ci si assuma ognuno le proprie responsabilità.

È bene sottolineare, infatti, che è noto a tutti i frequentatori della struttura che gli ospiti del primo nucleo in quanto auto sufficienti, raggiungono l’area del portierato nelle loro camminate e come soprattutto la stanza di fronte dove sono posizionate le macchine distributrici di caffè e acqua siano utilizzate da tutto il personale per una normale pausa.

Ormai il dado è tratto come disse qualcuno, non ci resta che augurarci che non accada il peggio, perché sappiamo tutti l’elevata capacità di diffondersi del virus e le mere disinfezioni fatte con il senno del poi a poco servono forse se non per limitare il danno!

È, quindi, con cauto scetticismo che credo e spero che non vi siano conseguenze magari con la presenza di pazienti asintomatici ma è con altro vigore che alla luce di ciò chiedo che sia fatto il tampone al personale sanitario, unico contatto con l’esterno, e ai pazienti ospiti.

La Casa di Riposo, dovrebbe costituire un luogo sicuro, per questo si chiama anche casa protetta, ma stavolta da chi?

Silvia Gregori

Consigliera comunale

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